REDAZIONE VIAREGGIO

Strage di Viareggio, la Cassazione: "Una corretta manutenzione l'avrebbe evitata"

Le motivazioni della sentenza dell'8 gennaio

I familiari delle vittime della strage di Viareggio

Viareggio, 6 settembre 2021 - "Risulta incensurabile l'affermazione della Corte di appello per la quale il controllo sulla correttezza della manutenzione avrebbe evitato il sinistro perché sarebbe emersa l'assenza della documentazione inerente la storia manutentiva del carro e dei suoi componenti e quindi esso sarebbe stato escluso dalla circolazione".

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Lo scrivono i giudici della Corte della Corte di Cassazione nelle 584 pagine di motivazione della sentenza del processo sulla strage di Viareggio costata la vita a 32 persone nel giugno 2009.

"La Corte di appello ha posto in evidenza che sin da prima del verificarsi del sinistro di Viareggio tutti gli operatori del settore ferroviario erano a conoscenza del fatto che una manutenzione non eseguita a regola d'arte era stata all'origine di alcuni incidenti ferroviari, provocati dalla rottura per fatica di sale sulle quali si erano insediati - e non erano stati eliminati - corrosioni e/o danneggiamenti".

L'ex ad Mauro Moretti, "pur dopo la cessazione della carica in Rfi spa, aveva avuto 'forti poteri di controllo e di indirizzo sulle società collegate, tra cui la stessa Rfi' e quindi aveva mantenuto un potere di influenza, senza pero' che il mancato esercizio di esso sia stato posto a base del giudizio di responsabilita' di Moretti quale ad di Rfi spa", è ancora un pazzo della motivazione della sentenza.

"Una volta ritenuto che Moretti abbia instaurato o anche solo mantenuto quella prassi interpretativa che ha raccolto le censure dei giudici di merito non è manifestamente illogico né in contrasto con la disciplina legale ritenere che tale condotta abbia spiegato effetto su un evento determinatori in un tempo in cui l'incarico era cessato", scrivono i giudici.

La quarta sezione penale della Suprema Corte, l'8 gennaio scorso, aveva fatto cadere nei confronti degli imputati l'aggravante relativa alla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e, per questo, il reato di omicidio colposo contestato agli imputati e' stato dichiarato prescritto. Era stato disposto il processo d'appello bis soltanto per il capo di imputazione relativo al disastro colposo.

Per Mauro Moretti, ex ad di Fs e Rfi, condannato in appello a 7 anni, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi condannato in secondo grado a 6 anni, la Cassazione ha disposto un nuovo processo nel quale andranno rivalutati alcuni profili di colpa.