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Capriolo impallinato L’animale è rimasto cieco salvato da Vegasoccorso "Troppi casi ogni giorno"

Esiste una rete di bestiole e bestie più adulte che rischia la soppressione . Spesso è colpa dell’uomo ma ci sono anche moltissime insidie naturali.

Capriolo impallinato L’animale è rimasto cieco salvato da Vegasoccorso "Troppi casi ogni giorno"

Piccolo capriolo diventa cieco per uno sparo: il Vegasoccorso lo recupera in un fosso a Camaiore. Decine di casi come questo e un lavoro immenso di recupero e amore: Roberta Grossi, responsabile da dodici anni del servizio, fa il punto della situazione di quel delicato universo degli incidenti che riguardano la fauna. Volpi, caprioli, un caprone da salvare da giorni in una cava: esiste una rete di bestiole e bestie più adulte che quasi ogni giorno rischia di essere soppressa o di morire per insidie naturali. L’ultimo caso quello del cucciolo di capriolo: "Ha un occhio con un foro tondo, preciso e sottile - afferma la Grossi - potrebbe essere un qualcosa che si e’ conficcato dentro, un corno, un altro oggetto, ma quasi sicuramente e’ stata una carabina". Da far accapponare la pelle, insomma per il gesto violento di colpire un animale indifeso. "Il nostro veterinario di riferimento adesso ne ha in cura due - prosegue la responsabile - uno nato senza bulbi oculari, l’altro forse vittima di una volpe predatrice". Anche perché queste ferite agli occhi potrebbe causarle solo un’aquila o un volatile grande che qui non sono presenti. Gli addetti del Vegasoccorso sono autorizzati dalla Regione come chi custodisce nei propri terreni gli animali recuperati: a chi possiede queste terre vengono affidati gli animali di ‘prima fascia di incolumità ossia quelli non pericolosi per le persone.

"Molti caprioli vengono presi al laccio - racconta la Grossi - allora interveniamo anche con la Forestale. Un fenomeno davvero gravissimo. Inoltre tassi, volpi e cinghiali aggrediscono altre bestiole: a questo proposito intendo lanciare un allarme contro chi abbandona i rifiuti nelle campagne. Il cibo attrae i predatori che si avvicinano all’abitato. Se poi ad esempio i gabbiani mangiano la sporcizia, si intossicano e spesso muoiono". Sono oltre 1000 gli interventi eseguiti in un anno e si lavora 24 ore su 24 tutti i giorni. "Adesso abbiamo il caprone nella cava Mossa, sotto il monte Altissimo – chiude – ci lavoriamo da giorni: non possiamo sedarlo con la telenarcosi e il nostro veterinario non può rischiare visto il luogo impervio. Abbiamo usato corde, ma il sito non e’ in sicurezza. Sarà un’impresa recuperarlo".

Isabella Piaceri