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Camaiore, 15 aprile 2015 - FRA I DIPENDENTI c’è chi da qualche giorno non dorme più al solo pensiero di perdere il lavoro ed entrare nelle liste di mobilità. Ieri mattina Camaiore si è ritrovata senza un pezzo della sua storia visto che l’azienda «Oreste Pardini» ha annunciato - prima alla Rsu aziendale e poi al sindacato - la chiusura dell’attività. Immediata la replica del sindacato. Dice Nicola Riva della Fiom-Cgil: «Non può finire così. L’azienda deve bloccare il provvedimento». Insomma, si apre un bel fronte perché la ditta «Oreste Pardini» è stato davvero un pezzo di storia. «Non c’è famiglia di Camaiore che non abbia avuto almeno una persona che abbia lavorato all’alluminio» dicevano i vecchi del capoluogo. Un dato è certo: la nascita dell’azienda di alluminio - che per molto tempo è stata leader a livello nazionale nel settore - è datato 1922. In seguito, gopo gli anni della lavorazione dell’alluminio la «Pardini» si è specializzata nella estrusione a freddo e nella produzione di articoli tecnici industriali, soprattutto componentistica per il settore auto. Un’azienda che negli anno d’oro ha avuto anche oltre 150 dipendenti ed era un polmone occupazione di prestigio per tutto il comune di Camaiore, oltre che un punto di riferimento anche per la nascita del sindacato
DAL PASSATO al presente con il sindacato che è subito salito sulle barricate. La Rsu e la Fiom hanno infatti immediatamente dichiarato lo stato di agitazione e hanno chiesto un incontro con il sindaco Alessandro Del Dotto. Nicola Riva va subito al cuore del problema: «Siccome sulla vasta area industriale occupata dallo stabilimento grossi e forti interessi immobiliari, è necessario fare molta chiarezza. Camaiore non può permettersi di perdere una delle sue maggiori realtà storiche e industriali». Non solo il sindaco è in fibrillazione: anche alcuni partiti politici stanno seguendo con particolare attenzione l’evolversi della «Oreste Pardini» e delle sue maestranze che nell’arco di poche settimane rischiano di trovarsi senza lavoro e con un futuro avvolto in una grandissima incertezza. «Come sindacato - ha aggiunto Nicola Riva della Fiom-Cgil - cercheremo in tutti i modi di scongiurare la perdita dell’occupazione e la fine di un presidio che è un pezzo di storia della Versilia».
ORA la palla passa all’amministrazione comunale e alla proprietà. «Noi vigileremo con grande attenzione» hanno ribadito gli esponenti del sindacato. Il Comune quali garanzie potrà dare: sicuramente non saranno giorni felici per il sindaco Alessandro Del Dotto (nella foto) ma soprattutto per gli operai e le loro famiglie che rischiano seriamente il posto di lavoro. «Quando un’azienda chiude e come se una stanza finisce al buio senza sapere quando potrà riaccendersi la luce...» è l’ultima immagime che «regala» uno dei dipendenti.