REDAZIONE VIAREGGIO

Artiglio, gli eroi mai dimenticati

Domani ricorre il 90° anniversario della tragedia nell’Atlantico. Dodici morti, fra cui i mitici palombari

Novant’anni sono trascorsi da quel 7 dicembre 1930, quando l’Artiglio saltò in aria nel mare davanti a Saint Nazaire in Francia. Morirono i palombari Alberto Gianni, Aristide Franceschi, Alberto Bargellini e il marinaio Aristide Cortopassi. Figli di quella Viareggio che già allora aveva saputo conquistarsi notorietà internazionale anche grazie a quegli uomini d’acciaio, abili in un lavoro estremamente difficile come i recuperi marittimi in profondità. Alberto Gianni, dopo avere frequentato la scuola del Varignano della Regia Marina, divenne uno dei più esperti inventori di attrezzature per i recuperi e capo palombaro. Fui poi arruolato sull’Artiglio, della società genovese Sorima, insieme ai concittadini Franceschi, Bargellini e Cortopassi.

L’Artiglio era in quel periodo ridislocato davanti a Brest in Bretagna, per il recupero dell’oro dell’Egypt, a 120 metri di profondità. Ma le condizioni del mare erano impossibili e fu dirottato a Belle Ile, isola davanti a Saint Nazaire, per tentare il recupero dell’esplosivo a bordo della Florence H, una nave da guerra americana naufragata con a bordo 150 tonnellate di materiali deflagranti. La pericolosa operazione di smantellamento consisteva nel far brillare cariche per aprire un varco nella stiva. Un lavoro rischiosissimo che solo pochi riuscivano a fare. La demolizione iniziò il 4 ottobre 1930. I palombari sistemavano le cariche che venivano poi fatte esplodere dall’Artiglio, tramite un cavo elettrico, a distanza di sicurezza. Ma domenica 7 dicembre 1930 avvenne la tragedia. Dopo aver piazzato le cariche, l’Artiglio si portò a distanza di soli 160 metri, cioè la lunghezza del cavo rimasto. Ci fu un enorme boato perchè il carico di esplosivo e munizioni saltò in aria travolgendo l’Artiglio e il suo valoroso equipaggio. Persero la vita dodici uomini.

Ma a Viareggio vi erano altri palombari della scuola del Gianni, che proseguirono l’epopea. Erano sull’Artiglio II, che riuscì, nel 1933, a recuperare 7 tonnellate d’oro e 42 di argento. La Fondazione Artiglio Europa, ogni anno, ricorda e commemora i valorosi palombari viareggini, con l’intento di onorare degnamente la memoria di questi uomini che portarono il nome di Viareggio in tutto il mondo, grazie alle loro eroiche imprese. In ogni porto del mondo le loro gesta stupirono per quello che riuscivano a fare. Aprirono nuove possibilità di lavoro sotto il mare, che prima erano ritenute impossibili. A causa della pandemia, la Fondazione ha rinviato a data da destinarsi la celebrazione dell’anniversario.

Walter Strata