Andrea Volpintesta: "Per Viareggio servono personaggi di livello e di grande integrità"

Il coreografo ed etoile della Scala dal 2021 è il direttore artistico del Festival della Danza che quest’anno per la prima volta è stato inserito nel programma della rassegna promossa dalla Regione e da La Nazione.

VIAREGGIO

Si è innamorato di Viareggio, Andrea Volpintesta, ballerino, coreografo e direttore artistico, dal 2021, del Festival della Danza che, nato per aiutare le scuole e le associazioni del territorio nel periodo post covid, è arrivato alla sua quarta edizione, alzando, anno dopo anno, il livello di qualità e professionalità. Offrendo agli aspiranti ballerini e alle aspiranti ballerine la possibilità, non soltanto di esibirsi, ma di imparare e di migliorarsi con i migliori insegnanti e danzatori del mondo.

Direttore, come sta andando il Festival?

"Le scuole stanno facendo spettacolo e stanno andando bene. Sono tutti soddisfatti e contenti e in fermento per l’inizio delle masterclass".

Quanti saranno le allieve e gli allievi selezionati?

"All’incirca una settantina, divisi in pari numero per gruppo, tra child, junior e senior. Non vedo l’ora di iniziare, perché dai trascorsi delle scorse edizioni, quest’anno saranno più alliev".

Con insegnanti di altissimo livello...

"Sì, è un grandissimo lavoro quello che stiamo facendo, insieme anche al sindaco Giorgio Del Ghingaro e l’assessore allo sport Rodolfo Salemi, per mantenere alto quel livello che è cresciuto negli anni. Dal Teatro Jenco subito dopo il covid, al Gran Gala del 2022 e allo scorso anno con la novità, appunto, delle masterclass. L’idea è di alzare l’asticella sempre di più e portare a Viareggio il massimo e far diventarla un luogo internazionale, portando in città personaggi di grande professionalità e integrità".

Cosa prevede per la serata finale?

"Sarà una serata bella piena. Csiki e Kidd realizzeranno una creazione con i ragazzi e danzeranno in un passo a due. Ci sarà anche una ballerina del Jeoffrey Ballet che ballerà con i ragazzi del laboratorio neoclassico. Sarà poi consegnato il Premio Fracci ad ospiti che non voglio ancora svelare, ma che sono dei personaggi e degli artisti molto importanti. E, a proposito di Fracci, con molta probabilità sarà presente il figlio, Francesco Menegatti, per parlare della balerrina, ma anche della donna e della madre. Perché Carla Fracci è stata non solo l’etoile della danza mondiale, ma anche una donna con una famiglia".

Ci sarà un momento anche per Puccini...

"Dato il centesimo anno dalla morte, abbiao pensato di dedicargli un momento, con l’elegia “Crisantemi“ del Maestro nei passi di danza dei coreografi Sasha Riva e Simone Repele".

È emozionato?

"Non solo. Sono anche in tensione, perché il lavoro da fare non è solo nel prima, nella preparazione, ma anche durante. Bisogna fare in modo che tutto fili lisci, dare l’accoglienza ai docenti e l’attenzione giusta agli allievi, perché voglio che riescano ad acquisire, imparare e migliore più cose possibili, che possano servire alla loro formazione futura. Non abbiamo la palla di vetro, perché in ogni evento c’è qualcosa che potrebbe non funzionare. Ma fino ad oggi tutto è andato bene e mi auguro che continui così".

Il prossimo anno?

"Se ci sarà un’altra edizione, torneremo all’Auditorium Caruso. Ma per ora, al Principino, location che dà un tocco di internazionalità, ci godiamo il mare".

Gaia Parrini