BEPPE NELLI
Cronaca

Ai privati i mega debiti, e gli impianti al Comune

Tra dissesto e fallimento della Patrimonio Srl una girandola di decine di milioni di cui i creditori rivedranno le briciole. Aperto anche il recupero della piscina

di Beppe Nelli

Le operazioni di riacquisto dei beni comunali che erano stati persi col Fallimento della Patrimonio Srl, e finiti all’asta, hanno qualcosa di incredibile. Non per le iniziative lanciate dal sindaco Giorgio Del Ghingaro. Ma per la similitudine con eventi simili che accadono nel settore privato, dove una società piena di debiti fallisce, gli asset vanno all’asta per poche briciole, e qualcuno con le briciole si compra veri e propri tesoretti. Il curioso, a Viareggio, è che il riacquisto viene fatto dall’antico proprietario, il Comune. I debiti (mutui) che a partire dal 2000 aveva scaricato sulla fallita Patrimonio difficilmente saranno ripagati dalla curatela fallimentare ai creditori, se non in percentuali minime. Alla fine il Comune avrà fatto un bel guadagno.

Le varie magistrature competenti in materia non hanno sanzionato precedenti amministratori: e dal dissesto del Comune sono passati 8 anni, dal fallimento della Patrimonio 6 anni. In teoria ci potrebbe essere un giudizio di responsabilità. Ma la vicenda dissesto-fallimento è davvero strabiliante. Ne facciamo un riassunto, senza attribuire responsabilità alle persone citate per ragioni cronologiche: non l’ha fatto nemmeno la magistratura, del resto. La galassia delle partecipate nasce con la giunta Marcucci e brilla anche con la giunta Lunardini. Tra cambi di nome e fusioni, si arriva alla Patrimonio Srl che diventa la madre di tutte le partecipate. Dopo la giunta Lunardini il Comune scricchiola nel pre dissesto, e il commissario prefettizio smette di pagare il quantum del contratto di servizio alla Patrimonio. La Porto Spa viene retrocessa a Srl e va in liquidazione. Arriva la giunta Del Ghingaro e la Patrimonio viene dichiarata fallita, con un apparente buco di 80 milioni. Cominciano le aste della Porto Srl, valutata alla liquidazione 5 milioni, che il Comune con I Care Srl si ricompra per 783 mila euro nel maggio 2019: primo grande affare pubblico.

Alla Patrimonio le vecchie giunte avevano passato la piscina comunale, il Palabarsacchi, il Principino, e le case dell’emergenza abitativa comprate coi suoli della Passeggiata, oltre 20 milioni di euro, e anche queste già in buona parte finite all’asta. Nel luglio 2017 il Principino viene comprato dalla B&B di Roberto Brunetti per circa 2,5 milioni: nei vecchi bilanci delle partecipate era stimato 4 milioni a inizio 2000. A novembre 2017 vengono venduti il Centro Marco Polo per 450 mila euro (alla cordata Uisp, Lippi e soci); e appunto il palazzetto dello sport ad Alessandro Palagi: messo in difficoltà da Pardini Armi di Camaiore, alla fine la spunta per 600 mila euro. Nel giugno 2018 va all’asta anche la piscina comunale, stimata oltre 1,5 milioni e venduta a 640 mila euro: anche per questa Del Ghingaro sta tentando il riacquisto.

Ma c’è un guaio pendente: la curatela della Patrimonio ha fatto causa al Comune chiedendo 32,2 milioni di risarcimenti per il vecchio conto dare-avere tra partecipata e ente locale, mentre il Comune ne pretende 50. Conti comunali in regola, certo: ma come andrà a finire?

b.n.