REDAZIONE VIAREGGIO

"Troppi impicci, patini e pedalò addio"

Favilla alza bandiera bianca. "Multe da 1.000 euro per la sicurezza"

Un patino (foto Umicini)

Viareggio, 24 aprile 2019 - "Ci sono troppe responsabilità legate alla sicurezza, con multe salatissime: a malincuore diremo addio a patini, pedalò e quant’altro". Ad alzare bandiera bianca è il noto balneare Emiliano Favilla, portavoce del Comitato salvaguardie imprese, da anni in prima fila contro la direttiva Bolkestein. Pur consapevole della storia di cui sono intrisi i patini della Versilia, Favilla si dice costretto a privare i turisti delle gloriose imbracazioni a causa delle norme sempre più stringenti dell’autorità marittima.

"Per il nostro amato patino, poi sostituito dal pedalò, è un duro colpo – scrive – in quanto l’ordinanza dell’autorità marittima prevede grosse responsabilità, passibili di multe pesantissime, per tutte le attenzioni legate alla sicurezza che non sempre è facile far rispettare dai turisti che prendono il pedalò. L’anno scorso a carico dei gestori sono fioccate decine di multe da oltre 1.000 euro, ad esempio per carenza di registri dove annotare tutti i dati dell’equipaggio che noleggiano pedalò e patini. Con qualche difficoltà anche per la legge sulla privacy e per un certo buonsenso, visto che sono imbarcazioni che restano comunque a portata di vista e non prendono il largo".

Favilla riavvolge quindi il nastro dei ricordi, quelli che fanno parte dell’identità della Versilia. "La storia della riviera versiliese – prosegue – è nata e vissuta di pari passo con il classico patino, mezzo efficace per il salvataggio anche con mare mosso, impossibile con una comune barca, tanto amato dai nostri villeggianti e dagli stessi balneari. Si usava per vedere la costa dal largo, per tuffarsi in acque più profonde e pulite e per stendere le reti tradizionali da pesca, tramagli e sciabiche. Una storia lunga e gloriosa".

Anche per i materiali usati per realizzarlo, dal legno d’abete al compensato marino, fino alla vetroresina. "I patini, quelli costruiti con gli appositi ‘prendisole’ – conclude Favilla – sono stati legati a un secolo di avventure amorose e molte coppie ne conservano tuttora dolci ricordi. Una volta tutti sapevano remare e tutti gli stabilimenti ne avevano a sufficienza per darli in noleggio alla clientela. Negli anni ’80 cominciò ad affacciarsi anche sulle nostre coste il pedalò, meno affascinante ma più pratico. E così il patino è rimasto solo un mezzo di salvataggio. Oggi siamo arrivati alla frutta anche per i pedalò. Troppe complicazioni, per i gestori degli stabilimenti balneari, per darli in locazione. Quando si paventano problemi di sicurezza non si possono fare contestazioni. E se la norma è troppo gravosa di responsabilità allora è preferibile togliere di mezzo patini, pedalò e quant’altro, anche se sappiamo che sarà motivo di dispiacere per i nostri affezionati turisti".