Acido gettato contro ragazzini. La Procura archivia il caso. Ma la famiglia non si arrende

Il 25 giugno una mano ignota ha gettato il liquido corrosivo colpendo alla schiena un tredicenne. Durante le indagini i carabinieri avrebbero convocato un uomo: non sarebbero emersi elementi.

Acido gettato contro ragazzini. La Procura archivia il caso. Ma la famiglia non si arrende

Acido gettato contro ragazzini. La Procura archivia il caso. Ma la famiglia non si arrende

La procura ha disposto l’archiviazione per il caso dell’acido gettato da mano ignota contro un gruppo di ragazzini che stava giocando in piazza a Cerreta. Ma la vicenda – dai tratti inquietanti – promette di non finire qui, visto che i familiari del tredicenne colpito dal liquido corrosivo stanno valutando di presentare opposizione all’archiviazione per vederci davvero chiaro su tutta la vicenda. L’episodio è accaduto la mattina del 25 giugno quando il ragazzo, assieme a due amici, si trovava a giocare a pallacanestro nella piazza della chiesa. Improvvisamente ha sentito del bruciore sulla pelle dietro alle spalle: al momento ha pensato di essere stato punto da un insetto ma la pelle ha iniziato ad irritarsi sempre di più

con un dolore persistente. Appena il giovane ha raccontato il fatto alla mamma, sono stati allertati i carabinieri di Seravezza che si sono precipitati in piazza e hanno accertato che era stato colpito da un liquido di colore scuro, parte del quale era finito contro la facciata della chiesa dove i ragazzi stavano giocando. Da lì il referto del pronto soccorso dove sono state rilevate "due bruciature sulla scapola posteriore sinistra ed al centro del dorso".

I genitori del ragazzino tramite l’avvocato Gabriele Dalle Luche

hanno presentato denuncia: stando a indiscrezioni i carabinieri avrebbero anche convocato un uomo residente nelle vicinanze. Ma, a distanza di quasi nove mesi, ecco l’archiviazione da parte della procura. Il legale adesso analizzerà le carte per valutare l’opposizione. Una doccia fredda che non chiarisce la dinamica dei fatti. Soprattutto non fa capire perchè qualcuno abbia compiuto un atto così scellerato che ha provocato al trdicenne non solo un danno permanente ma anche uno stato di paura persistente.

Francesca Navari