
Ieri pomeriggio biciclette (non condotte a mano) e motorini si sono riversati sulla nuova Terrazza della Repubblica, in sommo spregio della pavimentazione costata (solo quella) circa 3 milioni di euro. Pensiamo solo agli scooter, che spesso perdono olio, o lasciano le sgommate sui costosi travertini e marmi multicolore. Tutto in barba alle ordinanze e ai relativi segnali di divieto di transito, estesi anche ai “velocipedi” come recita il Codice della Strada, mediante l’atto di qualche giorno fa emesso dal Comando Polizia Municipale.
Di fatto, se i cittadini non collaborano, risulta impossibile chiudere la Terrazza e riservarla in esclusiva ai pedoni per 24 ore al giorno. Ad iniziare dal rudere del Caprice dove la palladiana non c’è, si notano bici e moto in sosta, e fino lì si può capire che non recano nessun danno. Poi inizia la pavimentazione e qui cominciano le dolenti note. Ieri è stato un sabato soleggiato ma ancora di media stagione. Oggi, domenica, chissà cosa avverrà su questo fronte? E a luglio e agosto? Nessuno si fa illusioni. Ci sarà l’assalto ai bagni che ospitano in media 15.000 utenti al giorno. Che succederà? Arriveranno sanzioni a raffica. Intanto per ora si notano i cartelli come quelli al varco di piazza Zara, con divieto di circolazione, divieto di sosta h 24, rimozione coatta e cartellino aggiuntivo “eccetto autorizzati”. Ma sono messi prima della pista ciclabile, quindi per arrivare sulla stessa bisognerebbe scendere, condurre a mano e risalire solo sulla pista.
Ma i ciclisti non si fanno problemi, e non se li sono fatti nemmeno quelli liberamente in transito sulle pietre nuove. I guai più seri potrebbero arrivare però dai motorini, e dalle macchie durature che possono lasciare. Intanto le due ruote vengono parcheggiate dove capita, tra le aiuole, nell’accesso alle piazzole e intorno alle vasche.
Walter Strata