
Ario Mela, da oltre 60 anni un ’presidio’ e punto di riferimento al quartiere Marco Polo
Viareggio, 5 dicembre 2024 – Pochi giorni fa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha insignito la centenaria milanese Anna Possi del titolo di Cavaliere della Repubblica, per meriti in campo lavorativo. Il motivo? L’inossidabile nonnina milanese, ogni giorno – 365 giorni l’anno, ha dichiarato lei stessa – si reca al bar di sua proprietà per mettersi dietro il bancone a preparare il caffè per i suoi avventori.
A Viareggio, anche se i suoi 84 anni lo fanno passare per un “giovanotto”, c’è chi sta seguendo le sue orme. Ario Mela, titolare dell’omonimo negozio di riparazioni di cicli e motocicli al quartiere Marco Polo, nei giorni scorsi ha festeggiato addirittura 63 anni di attività e, come sempre, lo ha fatto al lavoro.
Ario, a questa età non si è ancora stancato di lavorare?
“Il lavoro è la mia vita. Sento meno fatica a starmene 8 ore, per sei giorni alla settimana, in officina che comodo a casa. A casa non saprei proprio cosa fare”.
Che lavoro è quello del biciclettaio?
“Un lavoro di fatica; un lavoro che spesso non ha orari, ma che ti permette di fare sempre nuove conoscenze”.
Tutto iniziò il 2 dicembre del 1961. Una Viareggio completamente diversa in un mondo completamente diverso.
“Iniziai da ragazzino, con un socio per i primi anni, dopo che già mi ero fatto diversi anni di gavetta. Allora non c’era il traffico automobilistico di adesso ed esser senza una bicicletta era veramente un problema, perché spesso e volentieri era l’unico mezzo di locomozione delle persone”.
Il vero boom nella sua attività?
“Lo ricordo bene, era il 1973. La crisi del petrolio fece impennare la vendita delle biciclette. Fuori dal negozio c’era la fila di persone appiedate”.
Attorno alla sua officina, un quartiere in espansione...
“Davanti c’era già il nuovo cimitero, ma al posto dell’ala della Misericordia c’era il Vivaio Comunale con a fianco il Mercato dei Fiori. Poi, non distante, c’era la Sita (oggi Clap; ndr) e un magazzino di laterizi in via Aurelia. Proseguendo lungo via Marco Polo poi, in mezzo a tanti campi, spuntavano i nuovi capannoni del Carnevale eretti dopo l’incendio di via Cairoli, il 29 giugno del 1960. Dietro, verso mare, già era stata edificata Città Giardino”.
Viareggio a quei tempi doveva esser bellissima e piena di turisti...
“Era proprio così. Ricordo le sensale agli angoli delle strade e ricordo le fuori serie con cui sfrecciavano gli industriali del nord o del fiorentino, del pisano, del pratese e del senese”.
In sessanta anni ne avrà anche conosciuti di personaggi illustri.
“Sicuramente e, molto probabilmente, mi scuso ma ne dimenticherò qualcuno. Ricordo molto volentieri la famiglia Maldini, che andava in spiaggia al Principe di Piemonte, Gianna Nannini, che aveva una villetta a Città Giardino, e un Marcello Lippi ancora ragazzo”.
Bottecchia, Adriatica, Olimpia, Regina Veneta, Atala, partendo dalle Aquila e le Carnielli. Di biciclette ne avrà viste e riparate tantissime.
“Adesso le bici sono più maneggevoli e più leggere di una volta, però i guasti sono sempre gli stessi: gomma forata, freno lente e manubrio da raddrizzare. Sono i miei anni che sono cambiati. Per fortuna da anni posso contare su dei giovani che portano avanti il vero lavoro. Io osservo e do loro consigli, nella speranza che portino avanti la mia tradizione”.