SILVIA ANGELICI
Umbria

In Umbria arrivano i "detective" a quattro zampe: devono trovare i bocconi avvelenati

I cani Luna, Sky, Rick, Stella Libra, Victor e Nikita con i rispettivi padroni hanno seguito il corso di formazione nell'ambito del progetto pilota a livello nazionale "Unità cinofile antiveleno”

I cani anti-veleno della Regione Umbria (Foto Crocchioni)

I cani anti-veleno della Regione Umbria (Foto Crocchioni)

Perugia, 20 settembre 2024 - Eccoli Luna, Sky, Rick, Stella Libra, Victor e Nikita: sono i sei "detective" a quattro zampe. Si tratta dei cani antiveleno (due pastori tedeschi, un border collie, un meticcio e  due pastori belga malinois) che, guidati dai rispettivi padroni, dovranno stanare le polpette e le esche killer, dannose per gli animali e per tutto l'ambiente. Questa mattina, cani e padroni, appositamente formati, hanno ricevuto le pergamene che attestano la frequenza al corso nell'ambito del progetto pilota a livello nazionale di formazione delle "Unità cinofile antiveleno", promosso dall’assessore all’ambiente della Regione Umbria Roberto Morroni, in collaborazione con Enpa (Ente nazionale protezione animali) e Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica di Pila.

Massimo Floris, direttore della Clinica Euroveterinaria e coordinatore delle attività formative ha evidenziato l’importanza di una formazione altamente specializzata e pratica, spiegando come il corso, della durata di dieci mesi, abbia fornito ai binomi (composti da conduttori e cani) tutte le competenze necessarie per affrontare il fenomeno dei bocconi avvelenati. "Questo problema è infatti una minaccia crescente per la fauna, gli animali domestici e l’intero ecosistema, richiedendo interventi immediati e mirati".

Ma che compiti avrà la task force? "Le unità cinofile - spiega Morroni, presenti tra gli altri, il dirigente Salvatore Macrì - sono state formate per individuare e bonificare le aree contaminate da bocconi avvelenati, prevenendo così danni agli animali e contribuendo alla sicurezza pubblica. Il progetto mira anche a proteggere gli ecosistemi umbri e le specie faunistiche locali, spesso messe a rischio da pratiche illegali come l’avvelenamento. L' iniziativa si basa sulla stretta collaborazione tra istituzioni locali, associazioni e professionisti del settore, creando un modello di buone pratiche replicabile. Grande contributo anche per la tutela della salute pubblica".