SUSI FELCETI
Cronaca

Viaggio nell’hotel degli immigrati In albergo vivono 120 giovani "Ma il paese è troppo piccolo"

In quella che era, fino a sei anni fa, una rinomata struttura ricettiva ora alloggiano solo gli stranieri . Sono giovanissimi e alcuni hanno anche trovato occupazione. "Sono scappati da guerra e povertà".

Viaggio nell’hotel degli immigrati  In albergo vivono 120 giovani  "Ma il paese è troppo piccolo"

Viaggio nell’hotel degli immigrati In albergo vivono 120 giovani "Ma il paese è troppo piccolo"

di Susi Felceti

In quella che era, fino a sei anni fa, una rinomata struttura ricettiva, l’Hotel Altieri, vivono oggi 120 immigrati, di cui di cui 50 arrivati a Fratta Todina da gennaio e 35 solo negli ultimi due mesi. Tutti giovanissimi, dai 20 ai 25 anni, appartengono a etnìe diverse, provengono dal Pakistan, dal Nord Africa o da ex colonie inglesi, e la loro gestione comincia a essere complicata. Troppo per un comune come quello frattigiano che ha una popolazione di 1.800 persone, di cui appena 300 nel centro storico e nell’immediata periferia. E il primo cittadino, Gianluca Coata, l’allarme lo ha lanciato.

Il paese è avvolto in un caldo silenzio nel primo pomeriggio di ieri: pochi abitanti stazionano davanti al bar del paese, i giovani migranti sono a circa un chilometro prima del centro: qualcuno esce a piedi dall’ex hotel, qualcun altro arriva in bicicletta o con il monopattino. Chi è arrivato da più tempo lavora anche in qualche azienda del posto o del Marscianese: "il problema non è di convivenza", assicura il sindaco, anche se qualcuno parla di dissapori nati nel corso della sagra paesana che si è da poco conclusa. Sarebbero volate parole grosse e qualche pugno, al punto da rendere necessario l’intervento dei carabinieri. "Come fa un paese così piccolo come il nostro – afferma un residente, Luigi, a sostenere un numero sempre maggiore di immigrati?" Al loro fianco, giorno dopo giorno, c’è l’Arci, referente per la zona Francesco Matteucci: "è una storia, quella di Fratta Todina, che dura da 7 anni – afferma - ed è una storia di integrazione fattiva. Certo, a fronte di una media di 60 persone, dobbiamo registrare numeri sempre più alti nell’ultimo periodo, nonostante il turn over con altre strutture periferiche". "Le prime settimane c’è l’essenziale – spiega Franco Calzini, presidente Arci Solidarietà - la presa in carico e la verifica delle condizioni di salute. Poi inizia la fase di strutturazione. L’aspetto psicologico e anche giuridico è prioritario. Sono persone senza documenti, che chiedono asilo politico e hanno attraversato il deserto e il Mediterraneo, nel migliori dei casi, per sfuggire a situazioni di guerra, povertà e fame".

Accanto a loro il sindaco, fermo su un punto: servono ulteriori piani di ricollocazione presso altri comuni della Media Valle del Tevere. Per giovedì 31 agosto è stata organizzata l’assemblea dei sindaci del territorio per trovare una soluzione condivisa, ma all’ultima riunione con il Prefetto solo Fratta Todina e Massa Martana erano presenti.