
CASTIGLIONE DEL LAGO
Un "predatore" luminoso che viaggia sull’acqua in grado di dimezzare in tre anni la presenza di moscerini al lago. Ne è convinto Leonardo Spacone ingegnere castiglionese inventore di un sistema sperimentale per la cattura dei chironomidi. Ogni primavera al Trasimeno la questione insetti torna a tenere banco ma chi come Spacone studia da tempo il fenomeno è convinto che si possa intervenire in maniera risolutiva. I dispositivi per la cattura in acqua degli insetti? Isole luminose galleggianti alle quali sono collegati aspiratori che li risucchiano e li imprigionano.
"Ha il vantaggio di affrontare il problema prima che si manifesti a terra, catturandoli nel loro ambiente". La trappola pensata da Spacone è un dispositivo di cattura automatizzato, senza utilizzare prodotti chimici o sostanze organiche potenzialmente nocive anche ad altre specie, oltre che per la popolazione umana. La novità consisterebbe nell’ottenere grandi volumi di catture, pur tenendo conto dei consumi energetici, coprendo grandi superfici di cattura. Con l’aggiunta di un pannello fotovoltaico sarebbe possibile garantire il funzionamento della macchina senza la connessione alla rete elettrica, rendendola indipendente e azzerandone le emissioni.
Perché la cattura in acqua? "La novità sta nel fatto di risolvere il problema con un predatore meccanico, autonomo, intelligente ed itinerante, all’interno dello specchio d’acqua da bonificare. Presenta il vantaggio di affrontare il problema prima che si manifesti a terra, catturandoli nel loro ambiente di nascita, cioè nell’acqua".
Quali sono i risultati ottenuti con questo sistema?
"Consente di ottenere grandi volumi di cattura in maniera assolutamente naturale, sfruttando un attrattivo ancestrale per gli insetti, ossia la luce. Si pensi che con una piccola camera di cattura, il risultato ottenuto è stato di oltre 2kg di chironomidi, l’85 % dei quali individui femmina".
Quali sarebbero i risultati ottenuti grazie all’utilizzo di tali tecnologie, all’interno del bacino del Lago Trasimeno?
"Nell’arco di tre anni si raggiungerebbe una diminuzione nel numero dei chironomidi del 50%; tale riduzione si otterrebbe grazie al fattore di riduzione delle popolazioni future e cioè catturando una femmina oggi, si otterranno benefici esponenziali sulle popolazioni future non nate. Infatti una femmina può deporre dalle 400 alle 600 uova, di queste il 5 % diventeranno nuovi adulti, il 50% maschi e il 50% femmine; ciò significa che ogni femmina, grazie alla sua ovo-deposizione, è in grado di generare altre 10-15 femmine e così via".
Il primo prototipo è stato realizzato in via sperimentale grazie ai fondi della Fondazione Cucinelli ma ora sarebbe il momento di passare alla fase due, cioè alla realizzazione di un’isola galleggiante più grande. Al momento però gli interventi annunciati riguardano unicamente i trattamenti con prodotto larvicida lungo la costa (dal costo annuale di oltre centomila euro) mentre a terra sono in fase di allestimento le "fotolamp". Mentre l’idea dell’inventore sarebbe quella di unire una strategia acquatica alla battaglia contro gli odiati moscerini.
Sara Minciaroni