CRISTINA CRISCI
Cronaca

Un binario morto che interrompe la storia

Città di Castello, lotta al degrado. Chiuso il sottopassaggio e bagni (fatiscenti) rinnovati. Per un mese una donna si era barricata dentro

di Cristina Crisci

Ci sono due traverse in legno lungo i binari, a qualche decina di metri dalla stazione di Città di Castello che segnano la fine della tratta regionale. Il punto di confine della linea ferroviaria tra Umbria e Toscana è immobile da anni. Da lì in avanti è un binario morto perché il treno in direzione Sansepolcro non può più passare. Arrivano i treni alla stazione tifernate, dai vagoni del mattino scendono alla spicciolata qualche decina di viaggiatori, per lo più pendolari e giovani studenti. All’interno della biglietteria intanto si forma una fila di mamme con studenti e di altri utenti che chiedono i rimborsi, gli abbonamenti, i voucher per i quali però ieri c’erano alcuni problemi tecnici.

"Il sistema è bloccato, deve tornare", dice il responsabile. Qualcuno si arrabbia: "Ora basta: tra rimborsi, servizi non usufruiti per via del Covid, vagoni lenti, non ne possiamo più". Alla stazione tifernate di piazza della Repubblica in questo caldo inizio di settembre si incrociano bus e vagoni, la tratta che seguono è solo verso sud. Nel capolinea, la punta più a nord della via ferrata, i treni viaggiano solo da e per Perugia in attesa del futuribile ripristino della tratta a Sansepolcro, chiusa dal 2017. Da allora ne sono successe molte di cose: dibattiti e interpellanze, manifestazioni e flash mob, lettere, c’è chi ancora parla di sfondamento a nord, intanto alla stazione il sottopassaggio è stato chiuso, il bar ugualmente, i bagni sono stati appena rinnovati perché erano veramente fatiscenti. L’attenzione si è riaccesa in questi spazi anche a seguito dell’episodio che si era verificato in primavera quando una donna di nazionalità rumena, senza fissa dimora, si era barricata nei locali per un mese intero. Ci furono molte polemiche, gli spazi vennero sanificati e da allora in termini di pulizia e decoro la situazione è migliorata. Ma c’è ancora tanto da fare. Eppure di storia questa stazione ne ha tanta alle spalle. Fu aperta nell’aprile 1886, ma si trovava in Piazza Garibaldi (attuale piazza dei pullman), nel centro storico. Poi durante la seconda guerra mondiale fu distrutta dai bombardamenti. Venne costruita nella posizione attuale nel 1950. Negli ultimi anni la stazione è stata interessata da lavori di manutenzione di impianti e sostituzione dei binari, la sede ha ospitato anche l’associazione Avis. Tuttora sono in funzione la biglietteria e lo sportello (con un addetto), una sala d’attesa, i servizi igienici e il bar che ha recentemente cambiato gestione, ma è stato nuovamente chiuso, le corse tagliate o sostituite con gli autobus. "Eppure noi continuiamo a sperare _ dice sottovoce un pendolare che ogni giorno parte da Città di Castello e va a Perugia per lavorare in una scuola _ Speriamo che questo servizio possa ripartire in modo dignitoso, anche per le nuove generazioni". Perché in quel binario fermo non si interrompa anche la storia.