Turreno, lavori da maggio. Nel 2026 apre la Turrenetta: "Puntiamo molto sul jazz"

Definita la tempistica: fra due anni entrerà in funzione lo spazio più piccolo da 150 posti che avrà ingresso autonomo da via Bartolo. Il resto si vedrà....

Turreno, lavori da maggio. Nel 2026 apre la Turrenetta: "Puntiamo molto sul jazz"

Turreno, lavori da maggio. Nel 2026 apre la Turrenetta: "Puntiamo molto sul jazz"

I lavori per rifare il Turreno dovrebbero iniziare nella prossima primavera, intorno a maggio, e dureranno un anno e mezzo: a conti fatti dovrebbe essere tutto pronto all’inizio del 2026. Occhio però, perché a entrare in funzione sarà "solo" la Turrenetta, mentre lo spazio più importante vedrà la luce dopo il 2026. Ieri c’è stata la presentazione ufficiale del progetto alla Sala dei Notari, che ha svelato qualche dettaglio in più e, come visto, la tempistica. E allora vale la pena ricordare che per la prima volta si mise mano all’idea di restyling dell’ex cinema di piazza Danti più di otto fa, nel 2015. Progetto e rilievi molto complessi, poi i tempi lunghi di un ente pubblico, la burocrazia e la pandemia – come ha spiegato il dirigente del Comune, Fabio Zepparelli – hanno fatto il resto.

La novità emersa ieri è che la Turrenetta (150 posti a sedere removibili) avrà vita a sé: si entrerà da via Bartolo (il Comune ha appositamente acquistato un locale) dove ci sarà un ingresso alternativo e autonomo rispetto a quello principale. Questi primi 4,5 milioni serviranno dunque a rifare e consolidare l’intera struttura, e poi a far entrare in funzione lo spazio più piccolo con arredi, impianti e un piccolo palcoscenico funzionanti si spera dal 2026. Cosa si potrà fare al suo interno? Incontri, concerti, ristorazione, proiezioni immersive, ma anche feste private. E il tema è proprio quello di cosa si farà al Turreno e alla Turrenetta: le idee ci sono, anche se ancora un po’ confuse. Il sindaco Andrea Romizi ha detto chiaro e tondo che "dovrà essere un luogo anche per la musica jazz, magari in modo permanente", ma di sicuro diventerà uno spazio polivalente dedicato a convegni e concerti ma non solo. Ad esempio le sedie in platea e galleria saranno removibili, come ha spiegato l’architetto Gian Luigi Sylos Labini, grazie a pedane mobili e un magazzino nel sottopalco. E quindi spazio alla realtà aumentata, al videomapping nel solco dei teatri moderni e d’avanguardia. Serviranno insomma buone idee.

Come gestire tutto? Qui si attende il contributo dell’Università, ieri rappresentata da Antonio Bartolini, che cercherà di costruire un modello gestionale adeguato. Ma attenzione, ha ammonito Sylos Labini: il tutto dovrà essere economicamente sostenibile, altro aspetto non banale. E dopo il 2026? Si pensa a un secondo stralcio per completare il Turreno. Ma sarà necessario trovare altre risorse per non lasciare il lavoro a metà: la Regione ha promesso altri 4 milioni, ne serviranno almeno altri tre. Una bella sfida per il prossimo sindaco.

Michele Nucci