
Il simbolo di una campagna di prevenzione contro le truffe agli anziani
Perugia, 9 maggio 2018 - Un sedicente maresciallo, un falso incidente stradale accaduto al figlio ora «in stato di fermo» in caserma e una cauzione quando di 7mila, quando addirittura di 12mila euro da pagare per evitare conseguenze peggiori, l’arresto immediato.
Un emissario che, poco dopo la chiamata-trappola, bussa alla porta dell’anziano/anziana di turno per prelevare il denaro. Dai 3.500 euro ai novemila tra soldi in contanti e gioielli. Tutto pur di ‘salvare’ un figlio. Peccato sia solo uno stratagemma. La maxi-truffa ai danni degli anziani – uno dei reati più odiosi, messo in scena con «condotte spregevoli» secondo il giudice – è stata smascherata grazie a un’indagine congiunta dei carabinieri sull’asse Perugia-Osimo. Nelle settimane scorse l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Ancona è stata eseguita nei confronti di due fratelli. L’indagine è poi stata trasmessa all’autorità giudiziaria di Perugia per competenza territoriale. Perché ben 25 episodi tra truffe e tentativi sono avvenute tra Perugia, Assisi, Spoleto, Trevi, Torgiano, Valfabbrica e Terni.
Al telefono quasi sempre il sedicente ‘Angelo Molinari’: ad alcuni si presentava come il rassicurante maresciallo dei carabinieri, ad altri come un avvocato. In qualche caso i gabbati sono riusciti a eludere la truffa telefonando dal cellulare al figlio «in stato di fermo», scoprendo così l’inganno. Ad altri purtroppo non è andata bene. Una donna di 86 anni ha consegnato ben 9mila euro, un altro addirittura 12mila, preoccupato per il figlio. Qualcuno prelevando il denaro in banca o alle Poste, altri mettendo in mano ai banditi tutti i gioielli di famiglia. Impossibile, in alcuni casi, verificare che non si trattava di un vero maresciallo: quando l’anziano provava a chiudere la conversazione e a digitare il vero numero dell’Arma, rispondeva sempre il truffatore che non aveva concluso la telefonata ed era rimasto in ascolto.
E’ stato il gip del tribunale di Perugia, Valerio D’Andria, a firmare l’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta del pm Mario Formisano che ha portato in cella anche il padre dei due, già individuati e, almeno in parte ‘reo-confessi’. Si tratta di un napoletano di 64 anni difeso dagli avvocati Vittorio Girardi e Gaetano Inserra.