Troppe morti sul lavoro, "Inaccettabile"

Dopo l’ennesimo tragico infortunio Ciavaglia (Cgil nazionale): "Servono più controlli sulla sicurezza"

Migration

Sono numeri drammatici quelli relativi agli infortuni sul lavoro in Italia. E l’Umbria, purtroppo, non fa eccezione. Nel 2022 (fonte Inail) i morti nel nostro Paese ono stati 1404: in media 28 a settimana, di fatto 4 al giorno. E il 2023 non è certo iniziato nel migliore dei modi. Solo nel territorio regionale si contano già diverse vittime. Torna quindi di grande urgenza il tema della sicurezza. "Resta prioritario – dice Massimo Ciavaglia, folignate, sindacalista della Cgil nazionale ora al Dipartimento Europa e Internazionale –. La ripresa delle produzioni che ha fatto seguito allo ’stop’ forzato prima per il lockdown e poi per il conflitto in Ucraina è stata esponenziale, così rapida da far passare in secondo piano l’attenzione sulle condizioni per la sicurezza nei luoghi di lavoro. L’aumento boom della domanda ha fatto aumentare le produzioni in tempi rapidi generando un circolo di appalti e subappalti in cui i controlli diventano difficili. Spesso la fine della linea vede attive delle piccole cooperative dove non c’è alcun controllo da parte dell’azienda madre".

Che fare?

"In ambito nazionale ci sono provvedimenti che Cgil, Cisl e Uil hanno già evidenziato: necessario aumentare i controlli ad esempio per verificare il rispetto delle misure preventive esistenti: uso dei dispositivi di sicurezza personale, formazione e quant’altro. Il fatto è che il personale per i controlli è carente. Di qui la nostra richiesta di aumento delle assunzioni negli organi preposti: Forze dell’ordine, Asl, Ispettorato del lavoro. Le condizioni delle attività vanno verificate non solo in ottica sanzionatoria ma anche a supporto delle aziende. Dal nostro osservatorio nazionale, abbiamo verificato un pericoloso abbassamento sociale economico che contribuisce alla ricerca del lavoro a tutti i costi. La conseguenza è che la possibilità di operare in condizioni di lavoro rischiose aumenta".

Lei era a Gubbio quando esplose la Green Genetics che causò due vittime e il gravissimo ferimento di una terza. Cosa è cambiato da allora in Umbria?

"Sono state accese diverse “lampadine“ in alcuni settori produttivi particolarmente rischiosi ma c’è ancora molto da far. Morire di lavoro in un Paese come il nostro oggi è davvero inaccettabile".

Spesso le vittime sono giovani, in alcuni casi giovanissime

"Per questo c’è bisogno di creare sinergie con le istituzioni per monitorare, informare e assumere provvedimenti. Nell’alternanza scuola-lavoro in particolare va garantita l’assoluta correttezza per una formazione che tale è e deve rimanere. I ragazzi devono fare esperienza ma con tutte le precauzioni del caso. Non possono sostituire la carenza di personale".

D.Miliani