
Tre medici condannati al risarcimento
ORVIETO - Due ginecologi e una ostetrica condannati a risarcire con 94mila euro i genitori di un neonato che aveva riportato dei danni a causa di un errore medico durante il parto avvenuto all’ospedale di Orvieto nel marzo del 2012. I danni ritenuti "di carattere non permanente" erano consistiti nell’ipossia ovvero a una carenza di ossigeno che aveva causato sofferenza nel nascituro e che, secondo la sentenza, avrebbero potuto essere evitata tramite una accelerazione del parto anche attraverso il cesareo. La decisione è stata assunta dalla Corte dei Conti con una sentenza che ha stabilito che il danno sarebbe derivato dal "non corretto monitoraggio delle condizioni della madre e del battito fetale, stante l’accertata mancanza di un tracciato cardiotocografico continuo e leggibile, dal mancato rilievo sulla partoriente del sussistente Streptococcus Agalactiae, dal difetto di consenso informato al parto operativo con ventosa ostetrica, dalla omessa esecuzione di parto cesareo". La magistratura contabile ha anche contestato l’incompleta compilazione della cartella clinica. La Corte ha accolto la richiesta dell’ostetrica di far fronte alle proprie responsabilità con il pagamento di una somma pari a 14 mila euro. I genitori del bambino avevano avviato la causa legale chiedendo un risarcimento pari a due milioni e 111mila euro. Nel procedimento era stato inizialmente coinvolto anche il primario, ma il collegio giudicante ha infine ritenuto che non avesse avuto alcuna responsabilità perché era intervenuto solo negli ultimi minuti del parto.