La Corte dei Conti invita il Comune di Perugia a stringere le ‘maglie’ sul recupero dell’evasione e della riscossione dei crediti. L’ultimo ‘sollecito’ è quello della Sezione controllo che ha invitato l’Ente "ad adottare ogni iniziativa utile al rafforzamento, sul piano organizzativo e gestionale, della riscossione delle entrate proprie di natura tributaria ed extratributaria, in particolare in conto residui, anche con riguardo a quelle derivanti dal recupero dell’evasione tributaria, nonché di svolgere una stretta vigilanza sull’operato dell’agente incaricato della riscossione coattiva". Cosa significa tutto questo? Intanto che le cifre da recuperare sono importanti: si parla di Tari sui rifiuti, Imu su fabbricati e seconde case, contravvenzioni. Nel bilancio consolidato dello scorso anno quella dei "residui" attivi (crediti) era una partita che all’inizio ammontava a 159,5 milioni, con circa 53 riscossi nei dodici mesi. A questo andava aggiunto il capitolo degli stralci, di quei crediti cioè che sono stati cancellati – come prevede la legge – per insussitenza o per dubbia e difficile esazione: la cifra in questo caso ammontava a 22,6 milioni di euro.
Nel complesso quelli di competenza del 2023 sono stati pari a 61,8 milioni e quindi fra "somme e sottrazioni" al 31 dicembre dell’anno scorso, Palazzo dei Priori aveva in bilancio 164,3 milioni ancora da riscuotere. Così la Giunta ha deciso di dare una ‘stretta’ grazie a sette ‘misure’ che metteranno alla stretta evasori e ritardatari. In che modo? Con la riduzione dei tempi di formazione dei ruoli coattivi; la riscossione diretta sperimentale; la riscossione coattiva della tassa sui rifiuti; il monitoraggio e sollecito dell’attività di riscossione di competenza delle aree/strutture organizzative e unità operative dell’Ente; modifiche regolamentari (rateizzazione dei solleciti di pagamento; introduzione accertamento con adesione); il controllo dell’attività svolta da Agenzia delle entrate riscossione e la compensazione delle partite creditorie e debitorie.
Va detto che la partita-residui è passata dal 20% del 2022 al 33% dell’anno scorso, ma resta comunque una importante criticità. Nel 2023 il recupero dell’evasione ha registrato valori complessivi di oltre 10 milioni di "accertato": l’Imu è passata dai 3 milioni del 2020 agli 8 dell’anno scorso, la Tari evasa accerta è stata di 1,4 milioni. A partire dal 2019 non sono presenti anticipazioni di tesoreria non restituite a fine anno, e, comunque, dall’esercizio 2022 l’Ente non ha fatto più ricorso all’anticipazione di tesoreria, consentendo un risparmio considerevole sugli interessi passivi.
l trend del debito residuo registra una riduzione del 40% tra il 2010 e il 2023 e del 25% circa a partire dal 2013, con un indebitamento pro capite di 604 euro, contro gli 801 di 10 anni prima.