Stuprò ragazza in discoteca. Il titolare del locale condannato in appello a 4 anni e sei mesi

Sentenza bis nei confronti di Simone Peppicelli, 52 anni, proprietario del ’The Box’ . Era accusato di violenza sessuale nei confronti di una 23enne che si era sentita male .

Stuprò ragazza in discoteca. Il titolare del locale condannato in appello a 4 anni e sei mesi

Stuprò ragazza in discoteca. Il titolare del locale condannato in appello a 4 anni e sei mesi

Quattro anni e sei mesi di carcere: è la sentenza bis con cui la Corte d’Appello di Perugia ha confermato la condanna di Simone Peppicelli, imputato per violenza sessuale aggravata ai danni di una 23enne ospite della discoteca di proprietà dell’uomo a Città della Pieve. In primo grado il 54enne di Chiusi era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione (con lo sconto di pena determinato dal rito abbreviato) di cui sia la Procura Generale che le parti offese avevano chiesto la conferma. I giudici di secondo grado hanno però accolto in parte le osservazioni della difesa – sostenute dall’avvocato Roberto Romagnoli – relative alle molestie nei confronti di altre due ragazze, amiche della vittima, avvenute nello stesso locale, la stessa sera. La riconfigurazione a minor gravità dei due ulteriori episodi a suo carico sono valsi all’imputato una riduzione di 10 mesi, ma la difesa già annuncia la volontà di ricorrere in Cassazione per chiedere che "vengano valutati elementi oggettivi che riteniamo non siano stati sufficientemente considerati- il commento dell’avvocato difensore -, come la totale assenza di tracce biologiche del Peppicelli come risultante dalle analisi del Ris sui campioni prelevati alla ragazza. Così come i filmati delle telecamere che li vedono insieme e per mano quella sera. Il mio assistito non ha mai negato il rapporto, ma respinge l’accusa di violenza".

Non la pensano così i giudici che in due sentenze hanno invece dato ragione ai racconti della vittima e dei testimoni presenti quella sera al ’The Box’. Nella ricostruzione fornita dall’accusa la giovane donna era uscita dal locale colpita da un malore, e mentre un addetto alla sicurezza le chiedeva se avesse dovuto chiamare un’ambulanza Peppicelli si era fatto avanti dicendo che ci avrebbe pensato lui a prendersi cura della giovane. E così l’imprenditore della notte avrebbe portato la ragazza nell’ufficio del suo locale e qui - sostiene l’accusa, dopo averla fatta bere ancora quando era già in stato confusionale - l’avrebbe violentata sul pavimento. Il racconto di quella lunga notte continua con la ragazza che frastornata scoppia in lacrime con gli amici e racconta a mezza bocca fino ad ammettere sconvolta di aver subito una violenza. All’arrivo dell’ambulanza la ragazza racconta tutto ai sanitari che attivano il codice "antistupro" e la portano in ospedale. Nelle ore che seguono altre tre ragazze si fanno avanti e vanno dai carabinieri, raccontano di aver ricevuto approcci sessuali non desiderati da parte dello stesso titolare. L’imprenditore chiusino nel frattempo ha chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari in attesa della sentenza.