Sos maxi-rincari energetici “Congelate“ 604 aziende

La stangata frena l’attività delle imprese che si sono rese ’dormienti’. Mencaroni: "Per fortuna il saldo natimortalità rimane ancora positivo"

I dati Movimprese del IV trimestre 2022, che permettono di fare un bilancio dell’intero anno, delineano sempre meglio l’impatto negativo dei maxi rincari dell’energia sul tessuto produttivo italiano e umbro: la stangata ha fermato l’attività di 604 aziende che si sono rese “dormienti in attesa di tempi migliori. "Una parte di esse, peraltro, non è escluso che passi a una chiusura definitiva. Come è da evidenziare che la corsa dei listini energetici comprime in modo importante i margini delle aziende". Questo il commento del presidente della Camera di Commercio dell’Umbria Giorgio Mencaroni scorrendo i dati di Movimprese. Però ci sono anche due fattori positivi. "Il primo è che, nonostante tutto, il saldo iscrizioni-cessazioni resta positivo, anche se di poco e con le nuove iscrizioni in flessione e le cessazioni definitive in aumento, a dimostrazione che in Umbria - va avanti Mencaroni - c’è voglia di fare impresa, c’è la forza di tenere duro nei momenti difficili e c’è anche la speranza che l’impatto positivo e cruciale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) apra le porte, nel breve, nel medio e nel lungo periodo, a nuove possibilità. L’altro è che i prezzi dell’energia dai picchi di agosto sono scesi di molto, anche se restano oltre il doppio di quelli 2018-2019", osserva Mencaroni.

Oltre al calo delle aziende attive, chiamiamole “dormienti”, c’è da registrare anche l’aumento di quelle che hanno cessato l’attività, ossia che si sono cancellate – o che sono state cancellate d’ufficio – dal Registro delle imprese. Secondo i dati Movimprese nel corso del 2022 si sono cancellate dai Registri camerali 3mila 877 aziende, con un incremento rispetto alle 3mila 689 del 2021 e, certamente, una parte di queste cessazioni può essere derivata dai maxi rincari energetici, sebbene sia impossibile determinarne il numero esatto, perché le cessazioni sono costantemente in crescita da vari anni e quindi le cause delle chiusure definitive sono più complesse.

Nuove iscrizioni: in Umbria sono state 4mila 077, contro le 4mila 310 del 2021, a conti fatti ora in Umbria ci sono circa 200 aziende in più (nonostante le chiusure siano aumentate del 7,5%) per un totale di 94mila 857 registrate. Ma quelle attive sono 79mila 828 (sempre parlando del IV trimestre del 2022).

Silvia Angelici