Solo 11 impegnati nei lavori sociali

Orvieto, i percettori di reddito di cittadinanza sono 385. L’assessore: "Molti sono esonerati"

Tra i primi Comuni in Umbria ad attivare il piano per impegnare i percettori del reddito di cittadinanza in lavori di pubblica utilità, Orvieto ha avuto la sorpresa della grande sproporzione tra il numero delle persone che percepiscono questo aiuto e coloro che effettivamente si stanno impegnando per la collettività. Nel territorio comunale i percettori del reddito di cittadinanza sono infatti 385, ma tra questi sono solamente in undici sono quelli che prestano la loro opera per i cosiddetti Patti per il lavoro.

Una minoranza esigua che sicuramente è un passo avanti rispetto ai Comuni in cui non sono stati ancora elaborati questi progetti, ma che ciononostante rappresentano sempre poco più del tre per cento di chi incassa il reddito di cittadinanza. L’assessore ai servizi sociali in quota Lega che si è molto impegnata per attivare il servizio, Alda Coppola, spiega che è stato finora complicato coinvolgere nelle attività lavorative un numero maggiore di persone tra coloro che ricevono i sussidio, ma ci si sta lavorando.

"Sono state selezionate dai servizi sociali che lavorano per il Comune – spiega l’assessore Coppola – la legge prevede numerosi casi di esoneri dal lavoro. Sono ovviamente esonerate le persone che hanno delle disabilità, coloro nel cui nucleo familiare ci sia un bambino con meno di tre anni di età e chi delle persone disabili. Gli uffici comunali stanno comunque lavorando perchè ci sono ancora diverse altre persone che potrebbe essere inserite nei piani di lavoro".

Al momento le undici persone inserite nel piano si occupano della manutenzione e cura del decoro urbano e delle aree verdi, del supporto alle attività della protezione civile e della polizia municipale nell’assistenza ai cittadini, e del riordino degli archivi cimiteriali. Il Comune che è capofila della zona sociale ha approvato dieci progetti per Orvieto, quattro per Fabro e uno per Parrano.

L’impegno prevede un orario di lavoro che va da un minimo di otto ad un massimo di sedici ore settimanali.

Cla.Lat.