REDAZIONE UMBRIA

Soldi per superare i concorsi: indagato Antonini

L’ex presidente: "Ho solo segnalato giovani in cerca di lavoro a un uomo dei servizi segreti". La Finanza indaga sette persone

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Spoleto, 6 novembre 2019 - Si facevano pagare da 2 mila a 8 mila euro, garantendo il superamento di concorsi pubblici o l’assunzione in una società di trasporto ferroviario. Peccato poi che tutto ciò non avvenisse o meglio, su questo aspetto sono in corso accertamenti per stabilire se di millanterie o corruzione si trattasse. I protagonisti erano appartenenti a un presunto gruppo criminale, non una banda qualsiasi. Ma un centro di potere con a capo un sedicente appartenente ai servizi segreti, un romano che gli inquirenti ritengono il «truffatore seriale» che vantava con i suoi complici «importanti» contatti e conoscenze in settori di rilievo di istituzioni ed enti.

E tra i più vicini al fasullo 007, oltre a un vero ufficiale della polizia penitenziaria, spunta un nome umbro di tutto rilievo: Giovannino Antonini, già presidente del Banco popolare di Spoleto, in passato finito nella bufera. Che oggi racconta: «Ho segnalato i nomi di giovani che cercavano lavoro ma senza mai prendere un soldo. Alla Banca ho assunto 500 persone. Io li segnalavo a questo signore dei servizi segreti che avevo conosciuto a Roma. Cosa facessero loro poi non lo so. Ma io non c’entro niente». L’inchiesta è stata avviata circa un anno fa nella città del Festival proprio perché a Spoleto risiede Antonini che avrebbe gestito – secondo l’accusa – un giro di denaro tra 200 e 400 mila euro.  

Al momento sono sette gli indagati nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore Alessandro Cannevale e dal pm Vincenzo Ferrigno con l’accusa di associazione a delinquere dedita al traffico di influenze illecite (contestato anche nel caso in cui vengano solo millantati i contatti) e alla truffa. Elementi utili per gli accertamenti sono comunque attesi dalle perquisizioni svolte a Roma, Spoleto e Massa Carrara. Il sedicente appartenente ai servizi segreti e i suoi presunti complici si sarebbero fatti consegnare il denaro vantando - secondo la ricostruzione accusatoria - contatti in forze armate, polizia penitenziaria, Città del Vaticano e nella società di trasporto ferroviario «Italo treno» (poi risultata estranea). Per guadagnare la fiducia degli ignari «clienti», lo 007 – hanno riferito gli investigatori – organizzava incontri, documentati dalle fiamme gialle, ai quali prendevano parte, di volta in volta, un falso generale dell’esercito, un asserito principe a capo di un ordine cavalleresco, un vescovo non appartenente alla Chiesa cattolica e un vero «alto ufficiale» della polizia penitenziaria.

Nel corso degli incontri veniva richiesta tutta la documentazione necessaria per partecipare ai concorsi e in alcune circostanze, sono stati forniti anche falsi quiz precompilati, definiti necessari al superamento delle prove. Altre volte sono stati organizzati veri e propri esami clinici e visite mediche. Una volta ottenuta la somma richiesta, in contanti o mediante versamento su carte prepagate, veniva spartita tra i membri del clan.  

Erika Pontini e Michele Nucci