REDAZIONE UMBRIA

Cospito, annullato l’arresto per l’istigazione dal carcere

La decisione a Perugia. Ma l’anarchico resterà detenuto per gli altri reati

Alfredo Cospito (Ansa)

Perugia, 17 marzo 2023 – Per l'istigazione a delinquere finalizzata al terrorismo contestata dalla Procura di Perugia, Alfredo Cospito non deve stare in carcere dal quale comunque non uscirà perché detenuto per altri reati. A deciderlo è stato il tribunale del riesame di Perugia che ha nuovamente annullato la misura cautelare per lui e altri cinque indagati (per uno erano stati disposti gli arresti domiciliari e misure interdittive per gli altri).

Il dispositivo del provvedimento è stato notificato oggi alle parti mentre per depositare le motivazioni il collegio si è preso 45 giorni. Non è quindi possibile al momento sapere in relazione a quale delle esigenze cautelari il Riesame abbia annullato la misura disposta nel novembre del 2021. Diverse fonti tendono comunque a escludere che la decisione presa a Perugia possa avere riflessi sull'applicazione del 41bis al quale è sottoposto Cospito. Che dal 20 ottobre è in sciopero della fame per protesa contro il carcere duro. L'indagine perugina ha riguardato un presunto gruppo anarchico-insurrezionalisti con riferimento nella Fai con base a Spoleto dove uno degli indagati aveva aperto il Circolaccio e alcuni articoli pubblicati dalla rivista clandestina Vetriolo. Il Riesame aveva già accolto una prima volta la richiesta di annullamento della misura cautelare ritenendo mancanti i gravi indizi di colpevolezza. La pronuncia era stata quindi impugnata dalla Procura di Perugia davanti alla Cassazione che l'ha annullata con il rinvio per un nuovo esame. Che ha portato a un secondo annullamento, come chiesto dalle difese. Per i magistrati gli articoli non avrebbero avuto un contenuto solo ideologico. In base alla ricostruzione accusatoria avrebbero infatti portato a 12 attentati in tutta Italia rivendicati dall'area anarchica. Un quadro sul quale le indagini comunque vanno avanti. I legali degli anarchici hanno invece sostenuto che si trattava «solo di una libera manifestazione di pensiero».

«Non è che uno scritto solo perché proviene dall'area anarchica può essere considerato istigatorio. Per il reato di istigazione a delinquere, per giurisprudenza costante occorre che ci sia un idoneità in concreto a commettere reati» aveva l'avvocato Carmelo Parente dopo l'udienza. «Colpire, colpire e ancora colpire… Forgiando con sangue, sudore ed immenso piacere i miti dell'anarchia vendicatrice», «non rinunciare allo scontro violento con il sistema, alla lotta armata, costi quello che costi» affermava lo stesso Cospito in un'intervista pubblicata nel quarto numero di «Vetriolo» e finita nell'indagine. Sostenendo tra l'altro che «il terrorismo è una pratica che gli anarchici hanno sempre utilizzato». E in un articolo pubblicato su un sito online il 12 marzo 2020 Cospito - riportava l'ordinanza ora annullata - si definiva «terrorista anarchico»