
Sentenza-Corte dei Conti Imprenditori condannati per un giro di fatture
Sembrerebbe essere un giro di fatture false per incassare il contributo del Por Fesr per l’Umbria 20142023, che aveva come obiettivo il sostegno delle piccole e medie imprese innovative. La Corte dei Conti dell’Umbria ha condannato gli imputati nel procedimento, Nico Valecchi e Alessandro Berrettoni e le rispettive aziende: Nvengineering Srl e La Tecnica Srl, al risarcimento del contributo di 168mila euro "indebitamente incassato". Il progetto, ritenuto ammissibile, era per lo studio e la realizzazione, da un foglio di lamiera, di un prototipo oscillante per la sospensione dei veicoli. La Nvengineering ha prodotto nove fatture passive, di cui tre emesse da La Tecnica Srl e che rappresentavano la quasi totalità dell’onere sostenuto. La sentenza ricostruisce l’inchiesta della Finanza, che ha qualificato come ‘cartiera’ la società La Tecnica, che non detiene dipendenti, sede o utenze. E di conseguenza le fatture emesse sono state ritenute "false, relative ad operazioni inesistenti. La Tecnica srl avrebbe anche retrocesso le somme incamerate mediante il trasferimento di corrispondenti importi ad una serie di società terze, variamente riconducibili a Valecchi". In merito a tali fatti, la Procura presso il Tribunale di Spoleto ha anche avviato un processo penale, ad oggi non definito, ai danni di Valecchi e Berrettoni. La Procura erariale ha emesso, ai danni dei citati in giudizio, un provvedimento di sequestro conservativo per l’ammontare di 168mila euro. "Nel caso in esame – scrive la Corte dei Conti – non si ritiene che i percettori abbiano regolarmente documentato le spese sostenute per realizzare il progetto ammesso a finanziamento, con ciò sviando il denaro pubblico dalle finalità istituzionali perché percepito in modo illegittimo eo illegale. Sulla falsità della fatturazione, esula dalla competenza di questo giudice l’accertamento di un reato". Si sottolinea anche che "Le foto del prototipo prodotte non consentono poi di provare tale realizzazione in quanto l’oggetto fotografato non è visibile". Tutto ciò avvalorerebbe, dice la Corte dei Conti, l’illegittima percezione del contributo.
Alessandro Orfei