Santa Spina Il “ritorno“ della Donazione

A Montone il primo atto della celebre tradizione che si ripete con grande solennità dal 1473 ad oggi. Ad agosto il Palio

Santa Spina  Il “ritorno“ della Donazione

Santa Spina Il “ritorno“ della Donazione

Si celebra ininterrottamente e con grande solennità dal 1473, da quando cioè il Conte Carlo Fortebracci, figlio del grande condottiero Andrea Braccio e Generale delle Milizie della Repubblica di Venezia, ebbe in dono dall’ Arciprete della villa di Tugnano come premio per la sua vittoria sulle armate turche, una spina della corona del Signore Gesù Cristo. Il Conte, tornato a Montone, offrì al popolo arietano la preziosa reliquia, collocata nella chiesa di San Francesco dei Minori Conventuali. Da allora, per volere del Fortebracci, il Lunedì dell’Angelo di ogni anno i montonesi commemorarono quell’avvenimento, rimasto sospeso nei secoli tra fede, folklore e storia e così hanno fatto anche ieri in attesa di celebrarne il Palio il prossimo Agosto, con una rievocazione, densa di arte e cultura.

I montonesi, assieme ai turisti provenienti da tutta Italia si sono così stretti attorno alla reliquia portata in corteo dal vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini, scortato dai figuranti in costume medievali. Dopo la processione l’offerta dell’olio per la lampada votiva perennemente accesa dinanzi alla S. Spina. La leggenda racconta che la Spina fiorisse il Venerdì Santo emanando un dolcissimo profumo, fatto che costituì un richiamo irresistibile per la pietà del tempo. I documenti storici attestano infatti che per la festa del Lunedì di Pasqua, da ogni parte dell’Umbria vi fosse un grande accorrere di gente: un richiamo così imponente che nei primi anni del ‘600 fu ordinata una seconda ostensione nell’ultima settimana di Agosto, rito che ancora oggi Montone ricorda con la rievocazione della Donazione.

Dal 1798 in seguito all’incendio della chiesa di S. Francesco, la Spina nel suo prezioso reliquiario è custodita dalle suore del Convento di S. Agnese. Le sacre spine sono uno dei simboli della passione di Gesù Cristo, il cui ritrovamento è attribuito S. Elena, madre dell’imperatore Costantino durante un pellegrinaggio a Gerusalemme nel 323 insieme ai chiodi e la Croce. Nella cristianità del XIII secolo il possesso di reliquie è fonte di grande prestigio, tanto che l’imperatore di Costantinopoli Baldovino II, per far fronte alle spese di guerra, ottenne un prestito da Venezia offrendo in pegno la Corona di spine custodita a Costantinopoli dal 1063 al 1237. Alla scadenza del pegno i potenti veneziani, dopo lunghe trattative e in concorrenza con il re Luigi IX di Francia, ottennero che questa - o almeno una parte - fosse portata a Venezia mentre il prezioso manufatto finì a Parigi. Da qui la possibilità della presenza di una o più spine della corona di Cristo in Veneto, fatto cui si ricollega il dono ricevuto dal conte Carlo Fortebracci, ieri come oggi simbolo della storia e della fede di Montone.

Paolo Ippoliti