DANIELE CERVINO
Cronaca

Rugby, Alessio Fioroni guida il Perugia in serie A

"In Italia il rugby ha una diffusione a macchia di leopardo, non cresce in maniera uniforme. A Perugia nessuno sport oltre al calcio ha avuto mai grande seguito, malgrado i risultati raggiunti. Ora però la pallavolo fa scuola... "

Alessio Fioroni

Perugia, 25 novembre 2018 - La sveglia suona alle 6.45, colazione veloce, i figli da accompagnare a scuola per poi entrare in ufficio, nella sua azienda tessile Solasiè, fortemente ispirata al mondo del rugby. Idee, progetti, contatti con fornitori, vendite. E dopo una giornata di lavoro, la sera si corre al campo sportivo di Pian di Massiano, per seguire gli allenamenti della squadra di rugby di serie A. Non è semplice trovare qualche minuto libero nella giornata di Alessio Fioroni.

"Ma per fortuna uno dei vantaggi di vivere a Perugia è poter tornare a casa a pranzo. Se non altro per togliere la giacca e rimetterla mezz’ora dopo", sorride l’imprenditore perugino. Ha 47 anni, quattro figli e la sua vita è decisamente fuori dalla mischia. Dal 2013 il ‘signore del rugby’ guida la società sportiva, che racchiude un ‘esercito’ di 580 tesserati, dai 6 ai 42 anni.

Nel suo quartier generale in via Romana, sede dell’azienda, conserva il pallone della prima partita del Perugia in serie A. «Guardi, ci sono le firme di tutti i giocatori e la data 6 ottobre 2013», dice con orgoglio. Davanti alla sua scrivania un poster dei Beatles fa compagnia al cimelio originale della band di Liverpool, il disco Sgt. Pepper. "E’ la mia musica preferita, insieme ai Rolling Stones", confida. Nel maxi-loft ai piedi di San Costanzo, dove una volta c’era la rimessa dei mezzi dei vigili del fuoco, l’imprenditore ha costruito la sua seconda casa. E’ una struttura a forma di nave, eretta nei primi anni ’60 dall’ingegnere Mastro Di Casa, che Alessio ha rimodellato per ospitare la sua attività di creatore di abbigliamento. Tutto, o quasi, è fatto con materiali da recupero. Le porte sono ricavate da vecchie celle frigorifero, sono state mantenute le vetrate dell’epoca mentre si accede al camerino da una porta di un teatro.

Fioroni, ha portato il suo amore per il rugby in un brand tessile, «Solasiè»

«L’idea è nata per gioco e si è trasformata in un lavoro nel 2013. Sono coinvolte aziende del tessuto imprenditoriale della Provincia di Perugia. Ci occupiamo di tutto: dalla produzione alla commercializzazione. Abbiamo superato con difficoltà gli ultimi anni di crisi, sono stati davvero duri».

Ma come è nata la sua passione per il rugby?

«Ho iniziato ad amarlo quando frequentavo la quinta elementare. Contrariamente al credo comune, è uno sport dove il fisico ha un valore relativo rispetto ad altre caratteristiche. Nel rugby c’è posto per tutti. Ho smesso di giocare a 18 anni, non avevo l’attitudine, cioè la propensione al sacrificio e al campo».

Da giocatore a dirigente sportivo...

«Sono rientrato in società come consigliere nei primi anni 2000. Nel 2009 sono diventato vicepresidente e quattro anni dopo sono stato eletto alla guida a maggioranza assoluta. Perugia è approdata in serie A per la prima volta nella storia e abbiamo disputato solo un campionato di B. Il rugby mi ha dato tanto e io gli sto rendendo molto. Quell’attitudine che mi mancava da ragazzo adesso penso di averla».

Ci sono gare da vincere ogni giorno, pure fuori dal campo

«E’ una società articolata, seppur di uno sport minore rispetto al calcio. Il budget può essere paragonato a quello di un club calcistico di serie D. Servono cuore, testa e una elevata capacità di sopportazione. Ci sono tante gioie ma anche numerosi dispiaceri. E non mi riferisco all’aspetto sportivo. A noi piace vincere ma la grandezza di un club non la fanno solo i successi, bisogna superare alti e bassi. Ci vuole tanta forza».

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