Rapinano un tredicenne. Denunciati tre ragazzini. Avevano pubblicato anche il video sui social

La baby-gang ha agito in pieno centro: bottino 20 euro. I genitori della vittima hanno presentato denuncia, subito le indagini dei carabinieri. I responsabili identificati grazie alle immagini on-line.

Non avrebbero resistito alla tentazione di far vedere a chiunque la loro “impresa“. Ma proprio questo eccesso di esibizionismo sarebbe costato caro ai presunti autori di una rapina ai danni di un tredicenne. A cui il branco avrebbe preso venti euro che il ragazzino conservava nella cover del telefono. Il tutto sotto l’occhio della fotocamera dello smartphone di uno di loro che, dopo aver immortalato le “gesta“, non avrebbe resistito dal renderle pubbliche, quasi in tempo reale.

Sono stati individuati dai carabinieri di Terni e denunciati. Secondo l’accusa, avrebbero rapinato il tredicenne per poi postare sui social il video della rapina stessa, compiuta in centro a Terni. I presunti autori della rapina sono dei ragazzi poco più grandi della loro vittima, hanno tra i 14 e i 16 anni. L’attività dei carabinieri di Terni, è scaturita dalla denuncia-querela presentata dal ragazzino che, a metà gennaio, si era presentato in caserma accompagnato dai genitori, per raccontare quanto aveva subito. Secondo il suo racconto, era stato accerchiato, spintonato e rapinato di 20 euro, custoditi all’interno della cover del telefono cellulare, da tre ragazzi poco più grandi di lui, che conosceva solo di vista. Le immediate indagini avviate dai militari hanno consentito di accertare che uno dei tre giovani presunti rapinatori avrebbe filmato l’episodio con il proprio telefono cellulare per postarlo su un noto social network.

Proprio partendo dal filmato reperito on line, i carabinieri sono risaliti all’identità dei tre presunti autori della rapina, che sono stati poi riconosciuti, senza ombra di dubbio, dalla vittima. Sulla scorta degli elementi raccolti per i tre è così scattata la denuncia alla Procura per minori di Perugia. Sequestrati i cellulari, dove gli investigatori andranno presumibilmente a caccia di video e immagini dell’episodio contestati.