Metadone o codeina, l'autopsia non chiarisce cosa ha ucciso Flavio e Gianluca

I due giovani erano sani e senza patologie. Resta confermata la presenza di una sostanza tossica, che sarà svelata dagli esami specifici

Le due vittime e un carabiniere nella casa di uno dei due ragazzi

Le due vittime e un carabiniere nella casa di uno dei due ragazzi

Terni, 11 luglio 2020. Nessuna evidente causa del decesso, che resta attribuibile a una sostanza tossica. Di certo Flavio Presuttari, 16 anni, e Gianluca Alonzi, 15, morti nel sonno dopo l'assunzione di metadone (forse codeina) non avevano malattie congenite. Non ha definitivamente chiarito cosa abbia provocato la morte dei due ragazzi l'autopsia eseguita all'Istituto di medicina legale di Perugia. Rimane confermata l'ipotesi di un decesso legato all'uso di una sostanza tossica, che sarà svelata dagli esami tossicologici attesi almeno tra una settimana.

Erano sani e senza alcun tipo di malformazione o patologia evidente in atto i due amici trovati morti il 7 luglio nelle loro case. È quanto emerso dall'autopsia eseguita dal medico legale Massimo Lancia, incaricato dalla Procura. Presente anche la dottoressa Laura Paglicci Reattelli, consulente della difesa del 41enne Aldo Maria Romboli, fermato dai carabinieri per avere ceduto del metadone diluito con acqua, in cambio di 15 euro, ai due ragazzi poche ore prima che morissero.

Le famiglie dei due adolescenti non hanno invece nominato loro periti. L'ipotesi degli esperti rimane quella che i decessi siano legati all'uso di una sostanza tossica che ha provocato in entrambi una insufficienza cardiaca. Gli esami tossicologici affidati alla dottoressa Paola Melai dovranno chiarire ora di quale tipo di sostanza si tratta e in che quantità è stata rintracciata. Al momento del malore che ha preceduto il rientro in casa, lunedì sera, i due ragazzi avrebbero riferito agli amici di aver assunto codeina, mentre il Romboli sostiene che si trattasse di metadone e che i due giovani stavolta fossero stati correttamente informati (in una precedente assunzione, ai primi di giugno, Romboli ha riferito di aver spacciato ai due ragazzini per codeina quello che in realtà era metadone).