"Puniti i colpevoli della morte di mia madre"

La figlia della 70enne deceduta per stenti nel 2018 commenta la condanna del fratello e della moglie

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"Finalmente sono stati puniti i colpevoli della morte di mia mamma": sono le parole pronunciate dalla figlia della donna di 70 anni che morì di stenti nel 2018. Parole pronunciate a margine della sentenza con cui il tribunale di Perugia ha condannato il figlio e la nuora dell’anziana a 3 anni e 4 mesi di reclusione, l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e al pagamento di una provvisionale di 20 mila euro, (più un danno da valutare in sede civile). I due, di 50 e 51 anni, incensurati, sono accusati di averla maltrattata e non curata, forse per mesi, prima del decesso, avvenuto nel 2018. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Piercarlo Frabotta.

La vicenda inizia quando l’anziana, 70 anni che vive in una frazione di Città di Castello, insieme al figlio e alla compagna di lui, viene ricoverata in ospedale. Ha alcune fratture, tra cui quella del femore, ma durante la degenza i sanitari riscontrano lo stato di abbandono, malnutrizione, disidratazione e incuria in cui versa la donna, tra l’altro affetta anche da altre patologie non curate (aveva lesioni cutanee multiple). E’ stato in quel momento che dall’ospedale parte la segnalazione e la situazione di questa donna finisce sui tavoli delle istituzioni competenti e delle forze dell’ordine. Poco tempo dopo l’anziana purtroppo muore. Nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura e condotte dagli agenti del commissariato di polizia, viene disposta l’autopsia, esame che non fa altro che confermare i sospetti dei medici dell’ospedale di Città di Castello circa le condizioni di maltrattamento in cui viveva la povera donna.

Sono stati a quel punto sentiti i sanitari che l’avevano in cura, i familiari, gli agenti delle forze dell’ordine. A margine degli accertamenti c’è stato il rinvio a giudizio sia per il figlio che per la nuora della donna. Secondo la ricostruzione della Procura di Perugia la settantenne non veniva fatta mangiare, le veniva impedito di lavarsi e di farsi visitare dal medico: una serie di comportamenti che hanno "provocato il decesso" della donna che in alcuni momenti venne anche "percossa ripetutamente". Nel processo, che si è aperto nel febbraio 2022, si sono costituiti parte civile l’altra figlia della settantenne con la nipote (entrambe tutelate dall’avvocato Marcello Pecorari con Stefania Ciampelli). In udienza il procuratore capo Raffaele Cantone aveva chiesto una pena di 3 anni.