
di Daniele Cervino
Solo dentro casa, disabile e positivo al Covid. Mario - il nome è di fantasia - aveva bisogno delle sue medicine. Di un aiuto, di una voce amica. Ha preso il cellulare e composto il 112. "Non si preoccupi, ci pensiamo noi", hanno risposto i carabinieri. Perché qui, al reparto operativo, oltre a garantire sicurezza, ci sono uomini che amano il loro lavoro e si spendono per gli altri. Siamo andati dietro le quinte, in via Ruggia, a vedere come funziona il Reparto operativo del Comando provinciale di Perugia, guidato dal tenente colonnello Antonio Morra e dal ’vice’, il tenente colonnello Marco Sivori, che coadiuvano il comandante provinciale Stefano Romano in tutti gli aspetti operativi. Un ’motore’ che raggruppa 65 stazioni e 9 Compagnie in tutto il territorio. E dal ’Pronto Soccorso dell’Arma’ passano tutte le richieste di intervento, attraverso lo 07554241 o il nuovo numero unico di emergenza 112, attivato l’anno scorso. Dalle segnalazioni di auto sospette vicino casa a quelle di chi infrange le norme anti-Covid, dalle aggressioni allo spaccio di sostanze stupefacenti, fino agli eventi complessi che richiedono l’intervento delle unità antiterrorismo, fiore all’occhiello dell’Arma, che può vantare unità altamente specializzate.
"Ogni giorno riceviamo oltre mille chiamate, il nostro compito è aiutare la gente", spiega il maresciallo capo Federico Franchi, responsabile della centrale operativa. Negli anni, insieme ai colleghi, hanno salvato tantissimi perugini in difficoltà, terrorizzati o confusi: chi voleva farla finita ("Sono sul cornicione del palazzo, mi butto... "), chi era appena stato rapinato, ancora sotto choc, chi si è trovato faccia a faccia con i ladri in casa. Un compito tanto difficile quanto fondamentale. Perché dare un’assistenza concreta (anche in più lingue) in pochi minuti non è semplice e fa la differenza. Ai tempi del Covid c’è stato un lieve cambiamento anche nelle loro mansioni: spesso infatti giungono telefonate da persone sole che desiderano scambiare solo qualche parola o sentire frasi di conforto e speranza. "Se prima della pandemia ricevevamo sulle mille chiamate al giorno, durante il lockdown le richieste sono raddoppiate - precisa Franchi - Ad esempio, quando di sera venivano annunciate da parte del Governo le nuove misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria, al mattino successivo noi eravamo già pronti a rispondere ai mille dubbi della gente. C’è chi domandava se poteva uscire di casa per andare al lavoro, ma pure chi aveva bisogno di assistenza per la Dad".
Soltanto pochi giorni fa una coppia di anziani, senza parenti, non poteva andare a ritirare la pensione e ha trovato nei carabinieri una valida spalla su cui poggiarsi. "Sembrano piccole cose ma non lo sono - continua il militare - Se il cittadino chiama significa che sta vivendo una situazione di pericolo, paura o disagio e va aiutato, anche rassicurato. Vogliamo fargli capire che ci siamo e non si è soli, in balìa degli eventi". Anche quelli più complicati, come una possibile minaccia terroristica e un dirottamento all’aeroporto San Francesco di Assisi. L’Arma dei carabinieri in Umbria vanta unità altamente specializzate: Api (Aliquote di primo intervento) e Sos (Squadre operative di supporto), che dipendono direttamente dal comandante del reparto operativo. Oltre a proteggere obiettivi sensibili, concorrono al contrasto della criminalità comune e organizzata. Operano quotidianamente in città, hanno un livello di addestramento superiore, equipaggiamenti adeguati, svolgono attività di controllo ordinario ma in caso di accadimenti particolari sono ’la prima risposta’ che viene data in attesa che arrivi il reparto speciale. Un’eccellenza, al fianco dei cittadini. Come confermano il tenente colonnello Morra e il tenente colonnello Sivori. E lo scorso fine settimana a Collestrada, tra la gente intenta a fare shopping e genitori a passeggio con i bimbi, accanto ai militari della Compagnia di Perugia c’erano proprio quelli dell’Aliquota di Primo Intervento. Le Api infatti sono state impiegate in uno specifico servizio di controllo, disposto dal Comando Provinciale, per garantire sicurezza e prevenire eventuali situazioni di minacce, dalle risse tra ragazzini ai furti. Perché nessuno viene lasciato solo.