"Pronti a lavorare insieme per la nostra comunità"

Il neoarcivescovo ha salutato ufficialmente la governatrice Tesei e il sindaco. Romizi sulla scalinata del Palazzo dei Priori: ’Grazie della vostra amicizia’

Migration

Sulla scalinata di Palazzo dei Priori, ieri pomeriggio, il primo incontro ufficiale - che ha preceduto la solenne concelebrazione per l’ordinazione del nuovo presule, tra l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Ivan Maffeis e le istituzioni cittadine, in primis la presidente della Regione, Donatella Tesei e il sindaco di Perugia, Andrea Romizi. "L’Umbria è una terra accogliente – ha detto tra l’altro la governatrice Tesei – dove le istituzioni sanno mettersi insieme per il bene comune. Questo è il percorso che noi auspichiamo, ma che sono certa avverrà. Potremmo portare avanti, in un periodo di grandi difficoltà e di sfide, questa possibilità di lavorare insieme per la nostra comunità". Il sindaco Romizi ha sottolineato come credenti e non credenti siano chiamati oggi ad individuare il terreno comune sul quale fondare la convivenza. "La nostra, che da oggi è certamente anche la sua, è terra di santi e di bellezza. Ci ha scritto che viene per condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ciascuno: la ringrazio fin da ora per lo spirito di condivisione". Ribadita anche l’autonomia dei percorsi, laico e cattolico, ma nella collaborazione. L’arcivescovo Maffeis ha risposto con una forte apertura alla condivisione: "Siamo tutti chiamati a coltivare e a dilatare gli spazi dell’ascolto, dell’accoglienza, della formazione, della prossimità e della cura – ha detto il presule –. Grazie per avermi voluto accogliere sulla gradinata del Palazzo dei Priori, segno eloquente che, nella doverosa distinzione di ruoli e di compiti, apre all’amicizia, il bene piu’ prezioso per una citta.

Voi sapete bene che la città prospera quando alle persone, ai giovani, soprattutto, sono garantite condizioni e strutture adeguate alla loro crescita e alla loro libertà. Prospera grazie a rapporti significativi e alla pace che si instaura tra i suoi cittadini. Allora la citta’ fiorisce e tutto cio’ che proviene da culture, etnie e religioni diverse la modella, senza comprometterne il profilo. Cari amministratori, cari politici, e voi tutti, servitori del bene comune: la dottrina cristiana riconosce la vostra responsabilita’ come ‘la forma piu’ alta della carita’’ e se da noi venisse anche il pungolo della critica, sappiate che nessun richiamo vorrà essere più forte dell’incoraggiamento per la vostra missione".

pa.pe.