CRISTINA CRISCI
Cronaca

Prevenzione in ospedale. Screening dell’udito per oltre 50 bambini

La campagna per la salute ha coinvolto le famiglie con esami specialistici. Analisi anche sul ritardo del linguaggio. "Vanno ridotti i fattori di rischio". .

L’ospedale di Città di Castello è stato al centro delle operazioni di screening sui più piccoli

L’ospedale di Città di Castello è stato al centro delle operazioni di screening sui più piccoli

Screening specifici e cure per i problemi di udito nei bambini: l’ospedale di Città di Castello dirama i dati del progetto e ricorda l’importanza di questo approccio alle famiglie. L’anno scorso sono stati 55 i bambini sottoposti all’apposito esame (Auditory Brainstem Response) dal servizio di "Audiologia Infantile" attivo all’ospedale. Si tratta di un esame particolarmente utile per diagnosticare perdite uditive soprattutto in neonati e bambini che non possono collaborare con i test più tradizionali. Dei 55 piccoli pazienti esaminati lo scorso anno, 12 non avevano superato lo screening di primo livello (identificazione entro il primo mese di vita); 13 rientravano nell’ambito della sorveglianza audiologica e 30 sono stati ammessi direttamente al secondo livello (garanzia di diagnosi) per la presenza di fattori di rischio.

L’ipoacusia è un problema dell’udito che si manifesta quando non si sentono bene i suoni o non si capiscono bene le parole; gli esami di audiometria comportamentale sono stati 34 per bambini inviati dal servizio di Riabilitazione dell’età evolutiva che presentavano ritardo del linguaggio. Infine due piccoli pazienti con una patologia più severa sono stati sottoposti con successo a impianto protesi secondo le indicazioni terapeutiche e le successive sedute di collaudo e adattamento.

Il progetto di Città di Castello è inserito in un programma di screening audiologico neonatale attivato in tutti gli ospedali regionali per risolvere il problema della mancata identificazione e riabilitazione precoci di queste patologie congenite. L’ospedale svolge anche un’attività di informazione verso la famiglia dei bambini ai quali viene diagnosticata un’ipoacusia nei vari livelli di diagnosi e cura. "I dati del 2024 – spiega Lucia Calzolaro, dirigente medico del reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale tifernate – sono numericamente sovrapponibili a quelli degli anni precedenti".

A livello regionale, i dati epidemiologici raccolti, pubblicati su riviste internazionali sono costituiti da una prevalenza annuale della sordità dell’1,9% della popolazione neonatale, del 4,1% dei bambini con fattori di rischio. Gli stessi indicatori raccolti hanno permesso di stabilire che la diagnosi e l’avvio alla terapia avviene nei bambini affetti da ipoacusia congenita a circa 5-3 mesi dalla nascita e di 11 mesi nei bambini ricoverati nelle terapie intensive neonatali.