Polemiche sulla lettera del vescovo ’Così smontano la legge sull’aborto’

Elisabetta Piccolotti (Verdi Sinistra) contro l’invito ai fedeli di monsignor Soddu per modificare la ’194’

Polemiche sulla lettera del vescovo  ’Così smontano la legge sull’aborto’
Polemiche sulla lettera del vescovo ’Così smontano la legge sull’aborto’

E’ polemica sulla lettera ai fedeli, anticipata da La Nazione e pubblicata sul sito della Diocesi, con cui il vescovo Francesco Antonio Soddu sottolinea "l’opportunità di aderire alla campagna di raccolta firme alla proposta di legge di iniziativa popolare ’Un cuore che batte’ sulla legge sull’aborto", con cui si chiede d’introdurre la dicitura "il medico che effettua la visita che precede l’interruzione di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso". Una presa di posizione contestata duramente dalla parlamentare Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi Sinistra): "Vogliono riportare le donne indietro di secoli, è indegno di un Paese civile. "La finalità - spiega ancora il vescovo nella lettera- è di accrescere la consapevolezza della donna affinché possa decidere più liberamente e più consapevolmente se ricorrere o no all’aborto. Il suo senso è aiutare la donna a rendersi conto che ciò che ha nel grembo non è un ‘grumo di cellule’ ma una persona umana. Per l’esattezza, la persona di suo figlio". Per Elisabetta Piccolotti, però, "la laicità dello Stato in Italia è purtroppo continuamente messa in discussione". "Un altro segnale di questo pericolo arriva ora dal vescovo di Terni - continua Piccolotti – che scrive ai suoi fedeli per invitarli a firmare la proposta di legge. C’è una parte del Paese che vorrebbe che le leggi dello Stato si fondassero su alcune convinzioni religiose invece di rispettare il pluralismo e quindi la libertà di scelta di ogni donna. Questa continua richiesta di misure volte a colpevolizzare e criminalizzare le donne che abortiscono è solo uno dei tanti modi che i conservatori italiani stanno mettendo in campo per smontare la Legge 194. Il metodo è semplice: lasciare la possibilità di interrompere la gravidanza solo sulla carta e intanto rendere il percorso per farlo un calvario psicologico e materiale". "Il movimento femminista - conclude la parlamentare - continuerà a mobilitarsi e noi con loro per impedire questo clamoroso e drammatico ritorno al passato".

Stefano Cinaglia