
Non sarà affatto una passeggiata di salute il nuovo Piano sanitario regionale. Ieri la Giunta di Palazzo Donini lo ha pre-adottatom e adesso inizierà il lungo iter per la sua eventuale modifica-integrazione, fino ad arrivare al vaglio del Consiglio regionale (ci vorranno settimane, se non mesi). Nonostante i toni ottimistici dell’assessore alla Sanità, Luca Coletto, ci sono diverse grane da risolvere: a partire dalla questione dei punti nascita (la legge prevede vengano mantenuti dove ci sono 500 nascituri all’anno e ormai si salvano solo Perugia, Foligno e Terni), delle strutture ospedaliere (ce ne sono una decina in più), fino ai distretti sanitari.
E qui almeno qualcosa di più già si sa: da dodici diventeranno cinque, meno della metà quindi. E saranno così divisi: 1) Asl 1 Nord Ovest: Trasimeno-Alto Tevere; 2) Asl 1 Centro: Perugia-Media Valle (Todi, Marsciano); 3) Asl 1 Nord Est: Assisi-Alto Chiascio (Gubbio-Gualdo); 4) Asl 2 Sud-Est: Foligno-Spoleto-Valnerina; 5) Asl 2 Sud Ovest: Terni-Narni-Amelia-Orvieto."Ma questo non va visto come una penalizzazione – garantisce l’assessore Coletto - visto che i distretti saranno inglobati pur mantenendo la loro identità. Il cambiamento infatti, ha solo lo scopo di accorciare la catena di comando per rendere più agevole il governo". Di fatto ci saranno meno direttori e su questo versante il risparmio è assicurato, ma bisognerà capire se le prestazioni miglioreranno. Le aziende ospedaliere invece rimarranno due, così come due saranno ancora le aziende sanitarie territoriali, "anche se questa decisione – prosegue l’assessore - è in mano al Consiglio regionale". I fondi del Pnrr verranno utilizzati anche per la revisione e l’implementazione della rete territoriale, privilegiando la costituzione di Case e Ospedali di Comunità prioritariamente attraverso la riconversione di strutture esistenti: sono previsti 20 posti letto ogni 50mila abitanti (personale minimo: 9 infermieri, 6 operatori socio-sanitari e un medico per almeno 4 ore al giorno 7 giorni su 7 con 14 strutture di cui cinque nuove). Tra le novità ci sono anche l’introduzione di servizio di verifica sia contabile che tecnico scientifico e la Commissione regionale per la valutazione degli investimenti che stabilirà l’opportunità degli acquisti per importi superiori a 200 mila euro (nella speranza il tutto non appesentisca gli iter, ndr).
"La peculiarità di questo Piano come detto, è l’integrazione socio sanitaria – sostiene Coletto –: storicamente il nostro sistema di welfare si è sviluppato su filiere parallele, separate per competenze (il sociale, il sanitario, educativo, lo scolastico, il lavoro, etc.), incentrate sulla logica del bisogno e sull’offerta di risposte diversificate per categorie, aree di intervento, età delle persone, livelli di gravità. Obiettivo strategico della nuova programmazione – continua – è quello di superare l’attuale frammentazione e settorializzazione, attraverso un rafforzamento della programmazione integrata, del monitoraggio e della valutazione. Il nuovo Piano eviterà duplicazioni di interventi, consentirà un uso più efficiente ed efficace delle risorse professionali e finanziarie". Vedremo che accadrà alla prova dei fatti.
Michele Nucci