LUCA FIORUCCI
Cronaca

Maxi-sequestro della Finanza. Sigilli a beni per 12 milioni a imprenditore perugino

Misura scattata su quote societarie, distributori a Perugia, Magione e Deruta e anche un ristorante. "Patrimonio sproporzionato rispetto alla capacità reddituale" .

La Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza

Un patrimonio troppo consistente rispetto a quanto dichiarato. Un patrimonio così consistente da ritenere che potesse essere stato "costruito" grazie alle attività illecite per la quale un imprenditore perugino del settore carburanti era stato nel tempo indagato. Per questo motivo, su richiesta della Procura della Repubblica di Perugia, la sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Perugia ha disposto il sequestro e la confisca di quote societarie, beni mobili e immobili per oltre 12 milioni di euro che hanno eseguito i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia. L’uomo, come detto, è risultato avere numerosi precedenti per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi fiscali, frode in commercio, utilizzo di fatture false, sottrazione al pagamento dell’accise, dichiarazione fraudolenta. Le indagini patrimoniali hanno fatto emergere, come sottolinea la Procura di Perugia, come il patrimonio dell’imprenditore, ritenuto un soggetto fiscalmente pericoloso e connotato da pericolosità sociale, fosse sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale. Nello specifico, è stato accertato che nelle disponibilità dell’imprenditore risultavano esserci numerosi beni, tra cui quote societarie, distributori di benzina a Perugia, Magione e Deruta, un immobile destinato ad attività ricettiva e di ristorazione a Magione e terreni a Roma e Rieti. Nelle diverse udienze che si sono svolte per discutere la richiesta della misura preventiva, riferisce ancora la Procura, le spiegazioni avanzate dall’interessato per dimostrare che i soldi utilizzati nei diversi investimenti, immobiliari e non, fossero avvenuti con capitali di provenienza regolare, non sono state ritenute sufficienti da parte del Tribunale di Perugia che, al contrario ha valutato come i fondi utilizzati per le diverse acquisizioni provenissero dagli illeciti per i quali l’imprenditore era stato già indagato, ha accolto la richiesta di misura preventiva da parte dell’ufficio guidato da Raffaele Cantone. Al sequestro del patrimonio ha fatto seguito la nomina di un amministratore giudiziario che gestirà il patrimonio fino alla futura destinazione dei beni confiscati "nel rispetto - sottolinea ancora una volta la Procura della Repubblica - della normativa antimafia e delle procedure previste per legge".

Cinque anni fa, proprio partendo da Perugia, era stata portata a termine un’articolata indagine, che prendeva proprio il nome di "Grifo Fuel", e che aveva portato all’arresto di tre persone e al sequestro di beni per oltre 110 milioni di euro. L’operazione aveva riguardato 50 persone e 33 società. Tutto aveva avuto inizio da un controllo fiscale avviato nei confronti di un’azienda umbra operante nella compravendita di carburante, da cui erano emersi rapporti commerciali "anomali" con numerose società sparse su tutto il territorio nazionale. Secondo gli inquirenti le società erano create con l’unico scopo di interporsi all’interno della filiera di distribuzione di carburante tra i fornitori esteri e i reali concessionari nazionali ma non versando l’imposta e non rispettando gli obblighi fiscali.