SARA MINCIARONI
Cronaca

Partorisce in bagno il quinto figlio. Il medico la guida al telefono

La donna, alla 38esima settimana, si è resa conto di non avere il tempo per andare in ospedale ma non si è persa d’animo. Mamma e bambino stanno bene

Ambulanza

Spoleto, 25 luglio 2023 – «Vedo la testa… è vivo… respira!». Per una madre non ci sono altre parole che contano, ma valgono di più se una donna ha partorito da sola, sul pavimento del bagno di casa. Con il coraggio e la forza di una leonessa ha messo al mondo il suo cucciolo, cullandolo tra le braccia con il cordone ombelicale ancora attaccato, in attesa dell’arrivo dei soccorritori, saldando quel legame che li unirà per sempre in un modo ancor più speciale. Perché la vita è più forte di tutto, non aspetta, non si fa dettare regole.

Ce lo ricorda oggi il vagito di un neonato che nella fretta di conoscere questo mondo ha trascinato la mamma in un’esperienza al limite. La storia arriva da Spoleto, con protagonista – suo malgrado – una donna che, se pure esperta e alla sua quinta gravidanza, non avrebbe mai immaginato quello che l’attendeva nel tardo pomeriggio di sabato. Alla trentottesima settimana era da sola in casa perché il marito era fuori per lavoro. All’improvviso un mal di pancia sospetto l’ha spinta in bagno, dove si è seduta per controllarsi. Ha visto del sangue e ha capito – quasi immediatamente – che il parto sarebbe avvenuto di li a poco. Ha chiamato il 118 e all’altro capo un operatore è rimasto con lei per tutto il tempo necessario all’arrivo dell’ambulanza: un altro cordone, stavolta quello telefonico, ha unito la donna all’unico aiuto che in quel momento poteva ricevere. La voce all’altro capo del telefono cercava di tranquillizzarla, di farla respirare regolarmente, consigliava movimenti e manovre. Fintanto che il neonato non è stato partorito e la madre se lo è posato in grembo.

Ma il lieto fine - purtroppo - non è arrivato subito. Al loro arrivo sul posto i sanitari hanno temuto il peggio, e cioè che il bambino potesse aver sofferto ipotermia o avere avuto le vie aeree chiuse per troppo tempo. Una corsa contro il tempo all’ospedale di Spoleto è stata la prima fase dell’intervento, qui un anestesista ha intubato il piccolo nella sua prima ora di vita. E poi di nuovo verso l’Unità di terapia intensiva neonatale del Santa Maria della Misericordia a bordo del Servizio Trasporti Emergenza Neonatale (Sten, un’ambulanza attrezzata partita dall’ospedale di Perugia con il personale dell’Utin a bordo) specializzata per trasferire i neonati in terapia intensiva. La madre con una seria emorragia è stata invece trasferita a Foligno. Adesso stanno entrambi bene – rassicurano i sanitari – e presto si riuniranno.

Sara Minciaroni