REDAZIONE UMBRIA

Paga la sosta con ’My Cicero’ ma si ritrova la multa sul cruscotto

Comoda, semplice e conveniente. È l’app ’My Cicero’, con cui è possibile pagare il parcheggio in città evitando l’ansia per la scadenza dell’orario, le corse al parcometro e la frenetica ricerca di monete. Tutto bene? Nì. Perchè se è vero che la tecnologia è una gran bella cosa, di fatto poi capita che ti ritrovi con una bella multa sul cruscotto per la ’mancata esposizione del titolo’. Ma come? Nell’era del digitale si attiva una App comoda (l’esposizione dell’adesivo di iscrizione a My Cicero peraltro non è obbligatoria), veloce e gestibile a distanza e poi ci si dimentica di far controllare al controllore se quella targa e quell’auto magari sono già ’coperte’ da un pagamento digitale? Prima telefonata alla Municipale. "Deve rivolgersi alla Sipa", è la risposta. Quindi il colloquio con un dipendente della società che alla richiesta di spiegazioni replica, con toni un po’ irritanti, che probabilmente hai digitato male la targa. "No", rispondi sicuro e disposto a inviare le prove di quanto dici. "No, lei deve inviare una mail con copia del documento, della multa e del tagliando di pagamento all’indirizzo che le dò. Poi eventualmente...". Cioè, l’errore è stato fatto da altri ma a dover dimostrare la correttezza dell’operato è il cittadino-utente?. Ma le verifiche prima di emettere la multa vengono fatte o no?. "Io non so con chi sto parlando – dice il tizio –, non posso dare queste informazioni. Magari lei è una persona gelosa del coniuge e vuole verificare dove era a quell’ora". Ma come? La app è scaricata sul telefono intestato a me col quale sto chiamando, come l’auto del resto e il mio interlocutore filosofeggia? Di qui la segnalazione a La Nazione. Sperando che qualcuno vada a verificare se c’è una “ falla” nel sistema. Prima che fiocchino altre multe.