Operazioni sospette, è allarme: in Umbria toccato il record storico. C’è lo spettro della criminalità

All’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia sono arrivate 1.354 segnalazioni e di queste una su quattro è stata considerata ad alto rischio. Il malaffare economico si incunea nel mondo produttivo?

Finanzieri al lavoro. In Umbria nel 2022 le segnalazioni sospette sono state 71 in più rispetto al 2021 (furono allora 1.283)
Finanzieri al lavoro. In Umbria nel 2022 le segnalazioni sospette sono state 71 in più rispetto al 2021 (furono allora 1.283)

Perugia, 10 settembre 2023 – Nel 2022 il numero di operazioni sospette pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia in Umbria ha toccato il record storico di 1.354 segnalazioni e di queste una su quattro, inoltre, è stata considerata ad alto rischio: il 99,8 per cento del flusso totale è riconducibile all’ipotesi di riciclaggio e nel 90 per cento circa dei casi le comunicazioni sono giunte dalle banche, dalle Poste e dagli intermediari finanziari (Imel, Sim, assicurazioni, fiduciarie, etc.).

A dirlo è l’ufficio studi della Cgia che lancia l’allarme: il pericolo che la criminalità economica stia incuneandosi nel nostro mondo produttivo è sempre più elevato. Non solo. Se la combinazione tra l’aumento dei tassi di interesse e la diminuzione dei prestiti bancari alle Pmi verificatosi in questo ultimo anno dovesse continuare, non è da escludere che il numero delle imprese a rischio infiltrazione mafiosa sia destinato a crescere ulteriormente.

Nella nostra regione in particolare le segnalazioni sospette sono state 71 in più rispetto al 2021 (furono allora 1.283) con un incremento del 5,5 per cento che – va detto – è una delle variazioni più basse fra tutte e venti le regioni prese in considerazione. E questo vale anche se il parametro è quello delle segnalazioni ogni centomila abitanti che sarebbero 157 nel Cuore Verde, contro le 336 del Lazio, le 325 della Campania o le 141 (il minimo) in Sardegna. Valore che scende a 140 per la provincia di Terni (306 segnalazioni nel 2022) a 163 a Perugia (1.048 segnalazioni con un aumento del 7 per cento).

«Questa esplosione delle comunicazioni – spiega la Cgia – indica che i gruppi criminali sentono sempre più la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività nell’economia legale, anche per consolidare il proprio consenso sociale. E a seguito della crisi pandemica, le mafie hanno modificato il modo di approcciarsi al mondo delle imprese. Sono meno propense a usare metodi violenti, come le intimidazioni o le estorsioni, per contro privilegiano un approccio più "commerciale", attraverso il finanziamento e/o l’acquisizione della proprietà delle aziende, sfruttandone la vulnerabilità economico finanziaria di queste ultime.

In altre parole, le mafie si offrono sempre più spesso come vere e proprie agenzie di servizi alle imprese (forniture materiali, consulenze amministrative/fiscali, manodopera, etc.); così facendo cominciano a infiltrarsi nell’economia legale e non da ultimo hanno la possibilità di reinvestire i proventi delle ricchezze illecitamente accumulate".