REDAZIONE UMBRIA

“Operazione Decollo Money” Dopo dieci anni assolto Macrì

Le accuse erano pesanti: narcotraffico internazionale con il Sud America e scalata al Credito Sammarinese. Era il procedimento giudiziario chiamato "Decollo Ter Money" sul quale si è pronunciato in questi giorni il Tribunale ordinario di Vibo Valentia e gli imputati sono stati quasi tutti assolti, compreso il tifernate Domenico Macrì (conosciuto dai più come Mimmo). Due condanne e 25 assoluzioni. Con questa sentenza si è concluso il processo scaturito dall’unione di due inchieste su un narcotraffico internazionale con il Sud America e la scalata al Credito Sammarinese.

Tra gli assolti, a seguito della richiesta del pubblico ministero Luigi Passeri, c’è anche Domenico Macrì, imprenditore che ha vissuto per anni a Città di Castello e che per la vicenda era stato anche in carcere. L’operazione, dei carabinieri del Ros, risale al luglio del 2011 quando Macrì finì in manette nell’ambito di uno di filoni della "Decollo Money" che portò in carcere dieci persone legate alla cosca della ‘ndrangheta dei Mancuso di Vibo Valentia. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, lui sarebbe stato uno dei tramiti tra un narcotrafficante internazionale e l’ex direttore generale del Credito Sammarinese.

Macrì, ora assolto, 65 anni all’epoca dei fatti, nato a Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, ha vissuto per anni insieme alla famiglia a Città di Castello dove aveva una serie di attività imprenditoriali, tra le quali un agriturismo, ed era una persona molto in vista nel panorama economico altotiberino, tanto che tra il 1990 e il ’91 era stato anche presidente del Lions club tifernate.