FABRIZIO PALADINO
Cronaca

Omicidio Valerio Gildoni, risarcimento-beffa per la famiglia del carabiniere ucciso

Dopo 14 anni si è conclusa la vertenza civilistica: 100mila euro alla vedova. Riconosciuta la totale infermità mentale dell’anziano che sparò al colonnello

Il colonnello Valerio Gildoni

Città di Castello (Perugia), 4 maggio 2023 - Si è chiusa dopo 14 anni dal delitto la vertenza civilistica dell'omicidio del colonnello Valerio Gildoni con una sentenza-beffa per la vedova del militare originario di Città di Castello. La Corte d’Appello di Venezia, infatti, nei giorni scorsi ha riconosciuto la totale infermità mentale dell’omicida. I giudici hanno stabilito che Battista Zanellato, l’uomo che nell’estate del 2009 a Nanto di Vicenza uccise l’ufficiale dell’Arma, era totalmente infermo di mente, disponendo cosi 100mila euro solo alla moglie di Gildoni, la sismologa e vulcanologa aretina Barbara Cantucci.

Un indennizzo e non il totale risarcimento di 2 milioni di euro chiesto dai familiari del colonnello, concludendo così anche la vertenza civilistica del caso. Battista Zanellato, deceduto nel 2016, aveva 85 anni nel luglio del 2009. Un periodo in cui l’anziano era soggetto a vari problemi di salute e decise di barricarsi in casa asseragliandosi armato del suo fucile da caccia. Il figlio lanciò l’allarme chiedendo l’intervento del medico curante che arrivò con i militari in compagnia del colonnello Gildoni appena insediato a Vicenza. Sull’intenzionalità del colpo fatale sparato al colonnello appena entrato in casa non fu mai celebrato il processo d’appello e l’udienza fu rinviata fino alla morte dell’imputato.

"Abbiamo saputo di questa sentenza – affermano i familiari del colonnello – Siamo in attesa di venire a conoscenza delle motivazioni prima di dare un giudizio su questo epilogo".

Era la serata di venerdì 17 luglio 2009, appena cinque giorni dopo aver ripreso servizio, Gildoni era intervenuto in località Bosco di Nanto (Vicenza) a fianco dei suoi carabinieri per ricondurre alla ragione un ottantaquattrenne barricatosi in casa, armato di fucile ed in stato di squilibrio mentale. Messosi a capo delle attività di persuasione, l’ufficiale tentò di avvicinarsi alla porta dell’abitazione disarmato per ottenere la resa dell’anziano, il quale però, sparò all’improvviso colpendolo alla testa e uccidendolo.

Il colonnello Gildoni, figlio di Paola e Settimio (ex maresciallo della stazione di Sansepolcro), era sposato con la sismologa e vulcanologa Barbara Cantucci, ma non aveva figli; era inoltre cugino di secondo grado da parte di madre dell’attrice Monica Bellucci. Il fratello è don Alberto Gildoni, parroco della Cattedrale di Città di Castello, Cancelliere vescovile e segretario del consiglio Presbiterale Diocesano. Per il comportamento tenuto di fronte ad un rischio evidente, gli viene assegnata la medaglia d’oro al valor militare. Il 29 maggio 2010 viene intitolata a lui la sede di Medicina Legale dell’ospedale di Vicenza. Il 26 aprile 2011, la giunta comunale di Città di Castello delibera di dedicare alla sua memoria una piazza del centro cittadino.