REDAZIONE UMBRIA

Olio: gli effetti del clima Pioggia, caldo e mosca "Raccolta dimezzata"

Assoprol: "In Umbria prevediamo un calo della produzione del 50-60% sul 2022. Le precipitazioni di giugno hanno creato problemi. E ora occhio agli insetti".

Olio: gli effetti del clima Pioggia, caldo e mosca "Raccolta dimezzata"

"La produzione olivaria il prossimo autunno sarà a macchia di leopardo, con zone in cui ci sarà sia la qualità che la quantità e altre che invece saranno in sofferenza. Al momento prevediamo comunque una diminuzione del 50-60% rispetto all’anno scorso, ma è soltanto una stima poiché calcolare la produzione sulle piante è piuttosto complesso e i conti, come sempre, si faranno alla fine".

Marco Viola, presidente di Assoprol, associazione che riunisce i produttori locali di olio extravergine di oliva, fotografa la situazione in un periodo che per l’olivicoltura è estremamente delicato, poiché è adesso il momento in cui si sviluppa il frutto. "Diciamo intanto che la fascia olivata ad altimetrie più elevate è quella meno a rischio – spiega Viola –. Quello che ha provocato il danno sono state le piogge tardive di giugno, mentre era in atto la fioritura, che hanno creato problemi all’allegagione: lì c’è stato il primo duro colpo. E poi – continua – non c’è da dimenticare la questione del clima: quest’anno gli sbalzi termici e l’alta presenza di umidità faranno la differenza in negativo e questo accadrà soprattutto nelle zone pianeggianti".

Un fattore, quello dell’umidità eccessiva, che fa crescere la presenza della mosca olearia (Bactrocera oleae) che proprio adesso inizia a manifestarsi in maniera importante in tutte le aree monitorate da Assoprol: Trasimeno, Perugino, Assisano, Folignate, Spoletino e poi ancora Gualdese, Bettona e Deruta. "Le alte temperature di questi giorni hanno un po’ contenuto questa presenza, facendo registrare addirittura un calo – riprende Viola –, ma adesso con l’addio al caldo e le probabili il piogge il problema si farà sentire per molti". Ed è in questo momento che i coltivatori potranno fare la differenza con adeguati trattamenti. "L’attenzione negli anni è cresciuta – spiega Viola – un tempo ce n’era molta meno, ma di sicuro c’è ancora parecchio da fare per la cura degli oliveti". In Umbria sono circa 30mila gli ettari destinati alla coltura olivicola, con 28.800 olivicoltori. "Se per i vigneti storicamente si procede con trattamenti e cure, l’olivo è ancora lasciato un po’ a se stesso: basti pensare agli hobbisti che lasciano un po’ tutto al ’fato’, cosa che non accade per la propria vigna, anche se piccola".

Michele Nucci