
Ambrosi vice coordinatore regionale e Inguscio presidente Anpvi
Da oltre un decennio, l’associazione nazionale “Privati di Vista e Ipovedenti“ (Anpvi) di Perugia rischia lo sfratto. "Con sede in via Lucida 10 - raccontano Simona Ambrosi, vice coordinatore regionale e il presidente Giovanni Inguscio - l’associazione ha costruito un percorso di inclusione, supporto e partecipazione attiva nel territorio, diventando un punto di riferimento per chi vive la disabilità e per le famiglie che affrontano quotidianamente sfide spesso invisibili. Un impegno costante e concreto che dal 2011, l’Anpvi si è prodigata non solo nel sostegno diretto ai propri soci, ma anche nella cura degli spazi pubblici e nella collaborazione con le istituzioni giudiziarie, realizzando lavori di pubblica utilità e migliorando gli ambienti della propria sede. Tra interventi di ristrutturazione, manutenzione e creazione di servizi, l’associazione ha dimostrato di essere un pilastro della comunità, capace di unire volontariato, professionalità e passione. Resilienza a fronte delle avversità laddove, nel luglio 2024, un incendio aveva devastato parte della sede, bruciando la sala conviviale e la cucina. Tuttavia, grazie alla solidarietà di donatori e volontari, i lavori di ricostruzione sono iniziati subito, simbolo di una comunità che non si arrende di fronte alle difficoltà. La ripresa delle attività, il sostegno alle persone in difficoltà e l’attivazione di nuovi servizi, come quello del Servizio Civile Nazionale, testimoniano la volontà di andare avanti, di non lasciare indietro nessuno".
Ora il futuro dell’Anpvi è compromesso "da decisioni che appaiono più dettate da logiche burocratiche e politiche che dal senso di responsabilità e di rispetto per il patrimonio sociale costruito in anni di sacrifici. Dopo aver assegnato la sede con una delibera della giunta comunale (n.120 del 19/03/2025), l’amministrazione ha successivamente revocato l’assegnazione con una successiva delibera, la numero 394/2025 dell’8/8/2025, motivando la decisione con la rinuncia dell’associazione Acli Penna Ricci APS, che aveva condiviso l’assegnazione. Se una delle parti recede, non si deve annullare la concessione assegnata all’Associazione che rappresenta un valore sociale molto forte rispetto a quella che abbandona e tutto ciò nonostante fosse già stato effettuato il pagamento dell’imposta per stipulare il contratto per il quale la stessa amministrazione comunale aveva stabilito quale termine il 17 giugno. Questa vicenda - concludono Ambrosi e Inguscio - rappresenta un colpo basso che appare come un tentativo di mettere fine a un percorso di inclusione “sostanziale” e “insostituibile” per la città, senza considerare il valore sociale e il lavoro svolto dall’Anpvi. La sede, infatti, è stata nuovamente inserita nell’elenco dei beni assegnabili ad associazioni e enti del terzo settore solo nel 2026, lasciando l’associazione in una sorta di limbo, tra promesse e rinvii".