
"Nodino, denaro sprecato" Esposto alla Corte dei Conti sui 10,5 milioni del piano
Sul Nodino adesso c’è un esposto alla Corte dei Conti. A depositarlo è stato il coordinamento dei comitati, associazioni e imprese "Sciogliamo il Nodo di Perugia" che si batte contro la realizzazione della bretella stradale da sette chilometri (con gallerie e viadotti) e che ha un costo stimato di 492 milioni. L’esposto nel dettaglio riguarda i 10,5 milioni spesi per il progetto definitivo dell’opera presentato alcune settimane fa da Anas e Regione.
Secondo i comitati infatti, "Anas non ha sottoposto gli atti a una Valutazione di incidenza ambientale preventiva (la cosidetta ’Vinca’), dilapidando così 10,5 milioni di euro per un progetto definitivo che probabilmente non sarà autorizzato". Su questo, alcune settimane fa, aveva anche presentato un interpello ministeriale Italia Nostra, associazione che fa parte del coordinamento dei comitati, in quanto ritiene che rispetto alla Delibera Cipe del 2006 relativa al progetto preliminare del Nodino, lo stato ambientale, urbanistico e il tessuto economico dell’area interessata dal progetto è mutato drasticamente. "Nel 2014 il Ministero dell’Ambiente ha riconosciuto l’area delle opere da Sic (Sito di Importanza Comunitaria) come Zona Speciale di Conservazione Boschi a Farnetto di Collestrada". Un vincolo successivo e più stringente, che secondo Italia Nostra "avrebbe dovuto dissuadere chiunque dal perseverare e promuovere un progetto devastante dal punto di vista ambientale, tale da lasciare per decenni una cicatrice profonda nella collina di Collestrada. Tali misure di fatto – scrive l’associazione – vietano qualunque mutamento nel suolo, sottosuolo e soprassuolo, precludendo recisamente costruzioni, scavi, tagli, demolizioni, modifica di sorgenti, fossi, falde e perfino degli stagni, senza che ci sia stata la preventiva Valutazione d’incidenza ambientale sul progetto preliminare e sulle opere connesse . Ciò significa che modifiche sopravvenute dello stato dei luoghi e del progetto – sostiene Italia Nostra – dovranno necessariamente portare alla riapertura del procedimento di ‘Via-Vinca’, prima dell’approvazione del progetto definitivo". Valutazione che secondo il coordinamento dei comitati non è stata effettuata: da qui la decisione dell’esposto alla procura della Corte dei Conti per presunto spreco di denaro pubblico, i dieci milioni appunto spesi per la progettazione.