No al forno crematorio a Colfiorito. C’è l’ordine del giorno bipartisan

Sarà discusso in Consiglio. "Manca l’ interesse pubblico e l’area è ad elevata valenza ambientale"

No al forno crematorio a Colfiorito. C’è l’ordine del giorno bipartisan

No al forno crematorio a Colfiorito. C’è l’ordine del giorno bipartisan

Sarà discusso in Consiglio comunale il prossimo 26 marzo l’ordine del giorno bipartisan contro la realizzazione del forno crematorio a Colfiorito. Il documento è stato sottoscritto da tutti i capigruppo, con primi firmatari Domenico Lini (Misto) e Elia Sigismondi (Partito democratico) e "impegna sindaco e giunta a respingere la proposta di ‘project financing’ formulata per la realizzazione in concessione del tempio crematorio a Colfiorito. In secondo luogo l’impegno è per impedire che in futuro impianti crematori vengano realizzati nel territorio comunale nell’area dei 7 Altopiani di Colfiorito, al fine di assicurare protezione dell’ambiente e del paesaggio, utilizzo sostenibile del territorio, sviluppo del tessuto economico e dell’occupazione, idonei servizi pubblici e di interesse pubblico".

L’atto, nelle premesse, ripercorre la storia del progetto: il 7 novembre è pervenuta una proposta di project financing finalizzata alla realizzazione e alla gestione in concessione di un’opera da destinare a tempio crematorio. "La proposta – dice l’atto – prevede la realizzazione e gestione di un impianto crematorio progettato per un bacino di utenza che valica i confini sia comunali che regionali, alla luce anche dell’area individuata dal soggetto proponente, che è attigua al cimitero frazionale di Colfiorito".

E poi: "Non si ravvisa l’interesse pubblico del Comune di Foligno nel realizzare un’opera progettata prevalentemente per soddisfare le esigenze di cremazione di un bacino di utenza esterno ai confini comunali e regionali e l’area individuata dal soggetto proponente è inserita in un territorio dall’elevata valenza ambientale, paesaggistica, archeologica e turistica, che è quello ricompreso nei 7 Altopiani di Colfiorito, dove si annovera la presenza della Palude (inclusa, nel 1976, nell’elenco delle zone umide di valore internazionale per effetto della Convenzione di Ramsar e riconosciuta, dal 1995, come area naturale protetta), di numerosi Sic e siti Natura 2000".

Quindi si ricorda la "vocazione" del territorio che sarebbe esposto "a danni economici e ambientali per l’impatto dell’opera".