MICHELE MANZOTTI
Cronaca

"Musica da film, il mio mondo ora è in Italia

Il tifernate Emanuele Frusi firma la colonna sonora di "Bastardi a mano armata" con Marco Bocci

di Michele Manzotti

"Ero a Los Angeles quando ricevetti una telefonata da Gabriele Guidi della Minerva pruduzioni: “C’è un attore umbro, Marco Bocci, che sta cercando un musicista per il suo film. Tu sei umbro, perché non lo incontri?“. Presi il primo aereo e arrivai a Roma".

Così Emanuele Frusi, tifeone che lo ha portato a scrivere colonne sonore in Italia dopo un’attività svolta principalmente all’estero. E’ appena uscito il disco (Woodworm Universal) delle musiche per il film Bastardi a mano armata, una nuova collaborazione con Bocci, interprete della pellicola.

"In famiglia nessuno faceva questa attività - spiega Frusi - quindi non ho frequentato ambienti che mi avessero avvicinato a questo mondo, Quando è iniziato il mio percorso, mi sono subito rivolto all’estero perché paradossalmente era più semplice. In Italia le colonne sonore rappresentano un mondo a parte rispetto a quello musicale italiano, nonostante la tradizione molto forte".

Si riconosce in questa tradizione importante che ha ricordato?

"Sono nato nel 1984 e ho riscoperto quel mondo, ma sono cresciuto più con le musiche americane. Allo stesso tempo ho ascolrato tanto, cercando di cogliere le sfumature più importanti di quello che si faceva sia in Italia sia all’estero, perché a me piace lavorare senza confini. Se immagini e musica funzionano non vado nel dettaglio pensando alla provenienza geografica del suono, basta che mi dia il messaggio giusto".

La musica da film serve per descrivere le immagini ma ha anche una vita propria. Quale obiettivo si propone quando compone per una pellicola?

"Mi piace vincere su entrambi i fronti! Io vengo da un gruppo rock. Tutto il percorso su cinema e immagini è arrivato successivamente, ma fin da subito per me è stato molto naturale: il modo con cui scrivevo e la grande passione per il cinema e la televisione si sono combinate insieme. E’ la stessa colonna sonora che permette di andare da un vertice musicale a un altro valorizzando tutto ciò che c’è nel mezzo".

Quali sonorità ha usato per questo film?

"Principalmente l’elettronica affiancata da un’orchestra. Io sono un grande fan di archi, ottoni e legni e cerco di giostrarli il più possibile tra di loro, ma utilizzandoli (se il film me lo permette) anche in maniera non tradizionale. In una scena con due attrici che scappano, gli strumenti a fiato sono utilizzati come percussioni grazie al gioco degli overtones (sfumature). Volevo creare la sensazione di sentirsi all’interno di un bosco con i rami che si spezzano".

Nel futuro?

"Uscirà un docufilm su Firenze, poi ho firmato per altre tre pellicole. Molto bene, visti i tempi".