REDAZIONE UMBRIA

Morto a sei anni al campus, sentenza a settembre

La tragedia in un agriturismo di Città di Castello. Sul banco degli imputati due educatori ventenni

È attesa per l’11 settembre la sentenza per la morte del bambino di 6 anni, annegato nella piscina di un agriturismo a Città di Castello. Sul banco degli imputati due educatori ventenni del campo estivo a cui partecipava il piccolo, ai quali la procura della Repubblica di Perugia contesta il reato di omicidio colposo.

Il fatale incidente si era verificato nel luglio del 2021. Il piccolo, figlio dell’ex vice allenatore del Perugia Davide Ciampelli, secondo quanto accertato dal medico legale Massimo Lancia, che ha deposto nel corso dell’ultima udienza davanti al gup Lidia Brutti, sarebbe deceduto per arresto cardiaco causato da annegamento. Non sarebbe stato, però, possibile stabilire quanto tempo il piccolo era rimasto in acqua. Nel corso dell’udienza, sentiti anche altri testimoni dell’accusa, tra cui due educatrici del campo estivo e i carabinieri di Città di Castello che avevano condotto le indagini. Con giudizio immediato, come richiesto dal procuratore aggiunto di Perugia, Giuseppe Petrazzini (nella foto), lo scorso giugno erano stati condannati la rappresentante legale del centro ippico che aveva organizzato il centro estivo e il titolare dell’agriturismo.

I due educatori accusati di omicidio colposo sono difesi dall’avvocato Nada Lucaccioni, mentre i familiari si sono costituiti parte civile con gli avvocati Collesi e Bianchini. Secondo quanto ricostruito, il bambino era annegato mentre stava giocando in acqua, finendo con la testa sotto il livello di galleggiamento quanto era bastato per ingurgitare il liquido e non riuscire più a respirare.