Invece di essere sul banco di scuola, l’hanno trovato al bancone di una sartoria, intenta a cucire e tagliare stoffe per vestiti. A scoprirla, in un laboratorio di Perugia, la Guardia di finanza del capoluogo umbro nel corso di controlli. Verifiche che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati tre persone, per le quali la procura ha chiuso, in questi giorni, le indagini. Premessa che, generalmente, precede la richiesta di rinvio a giudizio.
La vicenda, emersa dalle indagini delle fiamme gialle, riguarda una sedicenne di origini cinesi, residente a Perugia, che al momento del controllo, avvenuto a maggio, risultava non aver ancora concluso le scuole dell’obbligo. Eppure, come detto, stava lavorando.
Le indagini della procura di Perugia, coordinate dal pubblico ministero Laura Reale, hanno riguardato tre cittadini cinesi, difesi dall’avvocato Leonardo Orioli. Rispettivamente il datore di lavoro, 66enne, ovvero il titolare della sartoria a Perugia, a cui viene contestato il fatto di aver fatto lavorare l’adolescente, e i genitori, che non avrebbero vigilato.
I tre indagati, secondo l’accusa, avrebbero violato la legge del 1967 sulla tutela del lavoro di bambini e adolescenti. La giovane, nata in Italia e ben integrata, secondo quanto emerso, da tempo non frequentava più le lezioni e, pur avendo compiuto 16 anni, sempre secondo l’accusa, non avrebbe completato i primi due anni, obbligatori, di scuola.