"Finché il virus falcia giovani e vecchi, cerchiamo di isolarci. I ragazzi acquistino tanti libri e leggano, leggano, leggano. Così si impara a vivere". A scrivere è Caterina Pavanelli che replica così alla richiesta che arriva da più parti di riaprire le scuole. "Ho letto su "La Nazione" vari articoli nei quali – spiega la donna – si esprime disapprovazione alla chiusura delle scuole, lamentando soprattutto il danno subito dagli alunni per l’isolamento e l’uso del computer. Ho 84 anni sono una ex docente di matematica e scienze della Scuola Media San Paolo di Perugia". Pavanelli racconta gli episodi che ha vissuto in tempo di guerra: dai bombardamenti, alla fame, fino alle deprivazioni provocate dai tedeschi. "La scuola? – chiede – Quale scuola? A quei tempi non c’era più. Quale computer o tablet o smartphone? Quale telefono?" Ricorda con vari episodi quali tempi duri affrontò, ben diversi da quelli attuali. "E il mio giudizio oggi è che i figli non devono essere annoiati dai genitori. Meglio un asino vivo che un dottore morto".
Cronaca’Meglio un asino vivo che un dottore morto’