REDAZIONE UMBRIA

Maxi-evasione, “sigilli“ all’aereo di un umbro

Il provvedimento nell’ambito di un’inchiesta condotta dalle Fiamme Gialle che ha portato a galla il mancato pagamento (per milioni) di tariffe doganali

Tocca anche l’Umbria l’operazione “Icaro“ dei militari della Guardia di finanza di Asti che che, dietro il coordinamento del sostituto procuratore Laura Deodato, ha acceso i riflettori su un giro milionario di evasione dei diritti doganali e portato al sequestro preventivo di 17 aeromobili (per un valore complessivo di dieci milioni di euro) in diversi aviosuperfici ed aeroporti d’Italia. Tra i velivoli sequestrati in un aeroporto di Roma dalle fiamme gialle, c’è anche quello intestato ad un 90enne umbro che non risulta comunque iscritto nel registro degli indagati.

L’operazione delle fiamme gialle di Asti, svolta in collaborazione con la sezione aerea della guardia finanza di Genova, è stata condotta in varie province di Italia tra cui Perugia, Terni, Bologna, Pisa, Viterbo, Roma, Padova e Asti. Il reato contestato è di contrabbando doganale. Le indagini hanno portato a galla l’evasione di “rilevanti“ diritti doganali di confine da parte di diciotto cittadini italiani risultati, tramite interposti Trust di diritto statunitense, gli effettivi utilizzatori degli aerei ed elicotteri, ora sequestrati. Una pratica che ha reso possibile l’utilizzo dei velivoli in Italia ben oltre il periodo consentito di sei mesi previsto per il regime di temporanea importazione per i mezzi immatricolati all’estero. Gli indagati, tramite un meccanismo fraudolento congegnato da due esperti del settore aeronautico, avrebbero così evaso complessivamente 2 milioni di euro di Iva da versare alla Dogana quale “diritto di confine“ eludendo gli obblighi relativi alle procedure di importazione definitiva dei velivoli. I mezzi sequestrati sarebbero stati utilizzati sia a scopo personale che per fini economici, comprese le riprese per film e fiction.

Sono infine scattate anche nel capoluogo umbro le perquisizioni nell’ambito di un’altra indagine per riciclaggio e corruzione internazionale portata avanti dalle fiamme gialle di Milano e che ha già portato all’arresto di un fiduciario di origini svizzere e di un consulente lombardo. Secondo l’accusa, i capitali riciclati provenienti da frodi fiscali (21 milioni di euro, la somma contestata ai due arrestati) sarebbero stati gestiti in paradisi fiscali all’estero su fondi cifrati off-shore e trasferiti attraverso una serie di operazioni simulate tra società "veicolo" statunitensi ed europee. Le perquisizioni dei finanzieri, oltre a Perugia e alle province milanesi hanno toccato anche le città di Genova e Torino e portato al sequestro di quasi 15 milioni di euro.